“Dopo l’incendio violentissimo del 1 dicembre, che ha completamente distrutto un impianto di recente realizzazione, suscitando un grave allarme ambientale e sanitario, la raffineria ENI di Sannazzaro de’ Burgondi, in provincia di Pavia, è stata teatro, domenica 5 febbraio, di un nuovo incidente. Un esplosione con successivo incendio e nube di fumo: meno violenti del disastro precedente ma, anche in ragione del pochissimo tempo intercorso dal precedente episodio, foriero di grande e comprensibile allarme per le comunità locali”.
E’ quanto afferma in una nota il senatore del Partito democratico Daniele Borioli annunciando un’interrogazione sui fatti denunciati.
“Alla luce di questi due ravvicinati episodi e a fronte delle forti preoccupazioni sul territorio limitrofo alla raffineria – sottolinea Borioli – in particolare nella parte alessandrina della bassa Valle Scrivia per i reiterati sversamenti di benzina fuoriuscita dall’oleodotto a causa di manomissioni per furti, che è penetrata nei terreni causando tra Tortona e Castelnuovo Scrivia la compromissione di diversi pozzi utilizzati in agricoltura, ho ritenuto di interrogare con urgenza i Ministri competenti al fine di sapere se non ritengano necessario porre sotto osservazione e protezione tutto il sistema che fa capo e ruota intorno alla raffineria di Sannazzaro. Non solo per il potenziale devastante per l’ambiente e la salute che esso potrebbe sprigionare in caso di malfunzionamento delle misure di sicurezza, ma anche in considerazione della particolare delicatezza strategica che la raffineria riveste e che la potrebbero esporre ai rischi legati all’azione di gruppi criminali o terroristici”,


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