‘Il 20 maggio 2012 esattamente tre anni fa, alle quattro del mattino, un boato sordo ed inquietante fece svegliare di soprassalto le popolazioni di gran parte dell’Emilia, del Veneto e della Lombardia.
Ci vollero alcuni secondi per realizzare che si trattava di un terremoto e diversi minuti per comprendere che l’epicentro era nel cuore della bassa padana. 27 furono le vittime dei due terremoti. Sette la notte del 20 maggio.
Venti la mattina del 29 maggio.
Lavoratori e imprenditori che facevano il turno in fabbrica seppelliti dal crollo del capannone, volontari che stavano cercando di salvare altre vite, un parroco che accudiva la sua chiesa. Ci sono storie importanti dietro a queste vittime. Ma proprio partendo da quelle vittime e dalla caparbietà delle istituzioni nazionali, regionali e locali partì la riscossa, il lungo cammino della ricostruzione, dell’assistenza alle popolazioni, della messa in sicurezza degli edifici.

Forse ancora oggi non si ha la misura di quel sisma: 58 sono stati i comuni interessati, 45.000 le persone coinvolte direttamente, 19.000 famiglie che hanno lasciato le proprie abitazioni, 14.000 edifici residenziali crollati o danneggiati, 13.000 edifici produttivi crollati o danneggiati, 1.500 edifici pubblici, chiese ed ospedali, crollati o danneggiati. In un’area da cui deriva circa il 2% del pil nazionale. 18.000 erano gli studenti senza una scuola.
Oggi dopo tre anni cito solo un dato della ricostruzione: il 60% degli edifici e’ già stato ricostruito, 15.800 abitazioni sono state ripristinate.
Molto abbiamo fatto. Eppure ancora tanto c’è da fare, visto che ora viene la fase più complicata, quella dove non vorremmo che si desse per esaurito il problema terremoto Emilia. Servono dei provvedimenti. Innanzi tutto la proroga fino al 2017 dello stato di emergenza perché questo contiene alcune proroghe fiscali che servono a chi sta ancora ripartendo a non soccombere ora che il più è fatto.

A questo scopo abbiamo anche avanzato come amministratori la richiesta di zone franche urbane limitate ai centri storici più colpiti, attraverso il finanziamento di 50 milioni di euro a sostegno dell’artigianato, del commercio e delle piccole e medie imprese del territorio. E se i 6 miliardi previsti per la ricostruzione degli edifici privati appare essere sufficiente, per la ricostruzione delle opere pubbliche mancano ancora circa 800 milioni.
In Emilia c’è una foresta che continua a crescere in mezzo a tante difficoltà, che ha ancora bisogno di un sostegno importante’. Così Claudio Broglia, senatore del Pd e sindaco di Crevalcore in provincia di Bologna, ha ricordato nell’aula di Palazzo Madama il terremoto che proprio 3 anni fa colpì gran parte dell’emilia.

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