STANNO FACENDO DISCUTERE MOLTO IL MONDO AMBIENTALISTA LE PROPOSTE DI MODIFICA DELLA LEGGE QUADRO sulle aree protette, la 394/91, che la Commissione Ambiente del Senato sta esaminando da qualche tempo, tra le quali il disegno di legge di cui sono primo firmatario (A.S.1034). L`accusa è di voler autorizzare nei parchi attività quali la caccia, l`estrazione di idrocarburi, l`istallazione di impianti di produzione di energia e di volerli sottomettere ad interessi economici privati. Niente di tutto questo.
 Premetto che sono stato dal `96 al 2002 Presidente del Parco di Montemarcello e Magra, in Liguria e che, in questo ruolo, ho presieduto la Federparchi ligure e sono stato membro della Federparchi nazionale. Ho partecipato al dibattito che ha portato, nel `91, ad approvare un`ottima legge, la quale nel tempo ha consentito di tutelare più del 10% del territorio nazionale e delle aree marine del nostro Paese. Credo tuttavia che, a distanza di 22 anni dalla sua approvazione, alcuni aspetti di quella normativa vadano modificati, per registrare le «buone pratiche» già in atto e permettere ai parchi nazionali e regionali di diventare in pieno soggetti promotori dello sviluppo sostenibile di intere regioni.
 È necessario e urgente semplificare la governante dei parchi, per renderli organismi più snelli in grado di prendere decisioni più rapide. Per questo ho proposto: di eliminare la giunta e di rafforzare i poteri del presidente, semplificando la procedura per la sua nomina da parte del ministero e rendendo la carica incompatibile con qualunque altro incarico politico o istituzionale; di allargare la rappresentanza del territorio nel consiglio, di ridurre da 3 a 1 i revisori dei conti; di ridurre i documenti di programmazione ad un unico piano, contenente sia gli interventi per la tutela che per lo sviluppo socio-economico, nonché le indicazioni per le «aree contigue», le zone limitrofe assai importanti.
Oggi in molte aree parco sono concessi, perché lo erano da prima dell`istituzione, attività estrattive e di sfruttamento degli idrocarburi, impianti per la produzione di energia elettrica e a biomasse, senza che al Parco stesso, che magari sopporta gli effetti ambientali, arrivi un solo centesimo. Il disegno di legge destina invece agli enti parco una parte dei proventi, senza aprire nel modo più assoluto alla possibilità, che non viene contemplata, di nuove concessioni per lo sfruttamento delle risorse.
 E su questo punto, che per gli ambientalisti è legittimamente il più delicato, sono disponibile ad ulteriori specificazioni per evitare inutili ambiguità. In modo analogo, è esclusa l`ipotesi di sostituire i finanziamenti pubblici con soldi privati. L`idea è invece che, in tempi di riduzione del finanziamento pubblico nazionale, l`ente parco possa provvedere al proprio sostentamento anche con altre entrate, e per questo vengono disciplinate le sponsorizzazioni private, peraltro già in uso, stabilendo che dovranno perseguire obbligatoriamente la «mission» pubblica della tutela ambientale.
Capitolo caccia: il disegno di legge la vieta in modo esplicito. Il controllo della fauna selvatica, assolutamente necessario per contenere i danni e l`invasione delle specie alloctone, è permesso attraverso un piano ad hoc autorizzato dall`Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca ambientale). Infine, un accenno al metodo: nessun colpo di mano, ma ascolto e interlocuzione con tutti i soggetti interessati, che la Commissione sta ascoltando in audizione. Lo scopo è di arrivare ad una proposta il più possibile condivisa e, per questo, più efficace.

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