Amati: Le strutture private costano più di quelle pubbliche e non incentivano all’adozione
‘Il 22 maggio il Comune di Roma ha approvato una delibera che stabilisce la chiusura di tre canili­gattili non a norma su sei e il ridimensionamento di quello di Muratella dagli attuali 640 cani a 250, in favore di gare d’appalto che distribuirebbero i randagi fra strutture private laziali, con aumento dei costi e la pericolosa perdita di tracciabilità degli animali’. Lo dichiara la senatrice del Pd Silvana Amati che questa mattina ha inviato una lettera al sindaco Ignazio Marino, sottoscritta anche dai colleghi Fedeli, Granaiola, Guerrieri, Lucherini, Maturani, Moscardelli, Sollo, Spilabotte, Valentini, dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri e dalla senatrice di Sel Loredana De Petris. ‘Le associazioni animaliste – continua Amati – paventano il rischio che si arrivi allo smantellamento completo del sistema di accoglienza pubblica per appaltarlo del tutto ai privati. E’ cosa nota, infatti, che i canili privati godono di una diaria giornaliera rilevante, e dunque di solito in quelle strutture vi è scarso interesse a concedere in adozione gli animali. Così la spesa che Roma Capitale si troverebbe comunque a sostenere per le diarie di mantenimento a vita dei cani finirebbe per superare di gran lunga il costo per la messa a norma delle strutture che ora vengono chiuse. Le chiediamo quindi di riconsiderare questa decisione – conclude la senatrice del Pd – e di prendere in esame le richieste delle associazioni che, con grande abnegazione, anche grazie al prezioso lavoro di tanti volontari, si fanno carico della tutela e del benessere degli animali, in condizioni sempre più difficili’.

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