‘La vicenda degli Acciai speciali di Terni che solo nell’ultimo mese, per la mobilitazione degli operai e gli scontri della polizia, ha conquistato l’attenzione dell’opinione pubblica italiana, in realtà è nota già da oltre due anni. L’Ast di Terni rappresenta il 20 per cento del Pil dell’Umbria, contra 3mila addetti e produce laminati inox pari al 40 per cento totale del mercato italiano. Terni è un pezzo fondamentale della siderurgia italiana, ed è essenziale per mantenere una solida struttura manifatturiera nel nostro Paese’. Lo afferma Salvatore Tomaselli, capogruppo Pd in commissione Industria a Palazzo Madama, intervenendo nell’Aula del Senato.
‘Le tensioni di queste ultime settimane e in ultimo quelle di oggi – continua – danno il segno chiaro di un impegno dei lavoratori, oltre che di governo e Parlamento, per costruire un futuro per quello stabilimento. Continueremo a lavorare perché non solo si mantengano quei livelli occupazionali ma soprattutto una capacità produttiva integrata e innovativa, frutto di un ammodernamento degli impianti e di un adeguamento della rete commerciale di vendita di quei prodotti. Ma non basta l’impegno italiano, è importante che anche l’Unione europea svolga un ruolo attivo. Non deve essere solo garante della concorrenza formale ma deve anche avere un potere di indirizzo economico e nello svolgimento di politiche industriali che non possono più essere meramente nazionali ma hanno bisogno di nutrirsi di una visione comunitaria. L’Action plan, ovvero il piano di sviluppo per l’acciaio europeo – conclude Tomaselli – non resti una lettera morta o un bel documento, ora devono seguire proposte concrete, impegni e investimenti’.
‘Le tensioni di queste ultime settimane e in ultimo quelle di oggi – continua – danno il segno chiaro di un impegno dei lavoratori, oltre che di governo e Parlamento, per costruire un futuro per quello stabilimento. Continueremo a lavorare perché non solo si mantengano quei livelli occupazionali ma soprattutto una capacità produttiva integrata e innovativa, frutto di un ammodernamento degli impianti e di un adeguamento della rete commerciale di vendita di quei prodotti. Ma non basta l’impegno italiano, è importante che anche l’Unione europea svolga un ruolo attivo. Non deve essere solo garante della concorrenza formale ma deve anche avere un potere di indirizzo economico e nello svolgimento di politiche industriali che non possono più essere meramente nazionali ma hanno bisogno di nutrirsi di una visione comunitaria. L’Action plan, ovvero il piano di sviluppo per l’acciaio europeo – conclude Tomaselli – non resti una lettera morta o un bel documento, ora devono seguire proposte concrete, impegni e investimenti’.