‘Quella avvenuta poche ore fa al largo della Libia, potrebbe essere ‘solo’ l’ennesima strage di profughi nel Canale di Sicilia, o invece uno dei piu’ gravi naufragi di tutti i tempi. La sostanza non cambia. Il Mediterraneo si sta trasformando in un cimitero, come ha detto venerdi’ scorso Matteo Renzi a Barack Obama.  La terza guerra mondiale, che ha come epicentro il mondo arabo-islamico, dall’Afghanistan fino alla Libia e coinvolgendo mezza Africa, continua a scaricare migliaia di vittime nelle acque a ridosso delle nostre coste, le coste italiane, le coste europee. Non e’ il piu’ il tempo dei rinvii, da parte dell’Unione europea e della comunita’ internazionale. E non puo’ e non deve diventare il tempo della propaganda cinica e faziosa, genere nel quale eccelle il leader della Lega Nord’. Lo dichiara Giorgio Tonini, vicepresidente del gruppo Pd al Senato, commentando l’ennesima tragedia avvenuta nel Mare di Sicilia.
‘Questo e’ innanzi tutto il tempo della solidarieta’ e del dolore, come ci insegna l’esempio ammirevole dei nostri militari, dei nostri volontari e delle straordinarie popolazioni di Lampedusa, di Pozzallo e dei tanti altri porti d’approdo dei rifugiati. Deve diventare subito -sottolinea Tonini- anche il tempo delle decisioni politiche: per la stabilizzazione della Libia, per il contrasto al traffico di essere umani sin dai porti di imbarco, per una gestione generosa e razionale dell’accoglienza dei profughi nel nostro e negli altri paesi europei’.
‘Con l’aiuto anche dell’Italia, il Libano, un paese di quattro milioni di abitanti in un territorio grande come l’Abruzzo -spiega- sta affrontando ormai da anni un’emergenza come l’accoglienza di un milione e mezzo di profughi siriani. Non c’e’ alcuna ragione al mondo per cui l’Italia e l’Europa non si mettano in condizione di far fronte ad uno sforzo che, se equamente distribuito, e’ incomparabilmente piu’ sostenibile’.

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