Giorgio Tonini politico e giornalista italiano, attualmente senatore del Partito Democratico, è convinto che a dispetto di quanti sostengono che Renzi non abbia niente a che fare con il campo progressista l`attuale premier incarni l`essenza della sinistra del ventunesimo secolo. Una sinistra « che non rinnega i propri valori in primis quello dell`uguaglianza e del miglioramento delle condizioni delle classi più deboli, ma che li persegue sbarazzandosi di vecchi strumenti e vecchie formule ormai controproducenti»

Tonini, ieri Renzi con una lettera a Repubblica ha voluto replicare, rivendicando di rappresentare la sinistra del ventunesimo secolo, a Ezio Mauro che dalle colonne del giornale che dirige lo aveva criticato per i suoi attacchi ai sindacati. Il giorno prima invece, su 11 Foglio il renziano Ichino proponeva di mettere da parte almeno per qualche anno la dicotomia tra destra e sinistra e concentrarsi su quella conservatori-innovatori. Chi ha ragione e chi torto?

Credo che entrambi gli schemi siano validi. La destra e la sinistra esistono ancora così come esistono i conservatori e gli innovatori, che albergano in eguale misura in tutti e due gli schieramenti politici. Nella sinistra italiana ad esempio per lungo tempo hanno predominato idee tradizionaliste, che non facevano i conti con i mutamenti del mondo. Il nuovo Pd guidato da Renzi vuole incarnare una sinistra che proprio perché non vuole rinnegare i propri valori, in primis quello dell`uguaglianza e del miglioramento delle condizioni delle classi più deboli, li persegue sbarazzandosi di vecchi strumenti e vecchie formule ormai controproducenti. Sul lavoro non possiamo ragionare come se esistesse ancora il fordismo, come se al centro del sistema produttivo ci fosse ancora la grande fabbrica. Lo Statuto dei lavoratori e l`articolo 18 sono i figli di quel mondo lì, il frutto di lotte giuste ma che oggi non riguardano la maggior parte delle persone.

Eppure proprio a difesa dell`articolo 18 la Cgil è riuscita a portare in piazza mezzo milione di persone e nelle ultime settimane il conflitto sociale sta esplodendo in tutto il paese…

 In un momento di crisi come questo, con gli indici economici ancora negativi, è normale e comprensibile che la gente sia arrabbiata e protesti. Io non critico chi scende in piazza, quando lo fa in modo pacifico. Contesto chi sta sui palchi a difendere lo status quo ingannando in questo modo i lavoratori sul fatto che le tutele del passato siano ancora adeguate al mondo contemporaneo. Noi con il Jobs Act stiamo scrivendo lo statuto dei lavoratori del nuovo millennio, allargando i diritti a chi ora non li ha, universalizzando gli ammortizzatori sociali.

Con la differenza che lo Statuto dei lavoratori è stato conquistato soprattutto con lotte dal basso, mentre col Jobs Act è chi in questo momento detiene il potere che decide di calare dall`alto una nuova regolamentazione dei rapporti di lavoro.

Renzi è al governo perché milioni di persone hanno creduto nel suo progetto politico e lo hanno votato alle primarie. E come dimostra il clamoroso successo del Partito Democratico alle elezioni europee noi rappresentiamo un grande movimento popolare e di massa a cui tante persone hanno deciso di affidare il compimento di una rivoluzione nella società italiana, una rivoluzione non violenta e civi- le, ma comunque una rivoluzione.

 Con la recessione che prosegue e l`Europa che ci impone rigidi vincoli al bilancio, si riusciranno davvero a trovare le coperture economiche necessarie a estendere gli ammortizzatori sociali a tutti quelli che oggi ne sono privi?

 Il problema non è trovare nuovi soldi, ma spendere meglio quelli che già ci sono. Nella Legge di Stabilità in ogni caso abbiamo previsto 2 miliardi di euro per estendere i diritti ai precari. Ma per arrivare a una copertura davvero universale degli ammortizzatori bisogna ripensare tutto il sistema del weltà re, uscire dalla mentalità della job property di cui una certa parte di sinistra è ancora imbevuta. Non si può pensare di incatenare per sempre una persona al suo posto di lavoro, ank che quando questo non c`è più. Ma di fatto è quello che succede con la cassa integrazione;i lavoratori invece quando perdono il proprio posto andrebbero aiutati facendo in modo che si ipossano ricollocare nel mercato.

Sta teorizzando l`abolizione della cassa integrazione?

Chiaramente non può essere un passaggio che avviene dall`oggi al domani, ma in prospettiva credo che sia uno strumento che vada superato per essere sostituito da tutele meno obsolete. E` la strada che abbiamo iniziato a intraprendere con il Jobs Act.

 A volte si ha quasi l`impressione che il maggior nemico del Pd, in teoria il più grande partito della sinistra italiana, sia la sinistra.

Il Pd nasce con l`obiettivo di rappresentare il grande partito unitario della sinistra riformista italiana. Altri soggetti sociali, come i sindacati, non hanno mai voluto rinnovarsi. Persino i loro nomi, sono gli stessi di prima che cadesse il muro di Berlino. E poi che senso ha avere ancora tre sindacati? Perché non sciogliere le varie sigle e creare un unico sindacato riformatore e al passo con i tempi? I nostri avversari sono i conservatori, di destra e di sinistra.

Una cosa che colpisce della lettera del premier a Repubblica è che la parola ‘crisi’ non venga nominata neppure una volta. Come si può impostare così un progetto politico e economico per uscire dalla crisi? Renzi poi sembra voler rimuovere il fatto che, come sostengono la maggior parte degli economisti, la recessione è frutto degli eccessi della finanza e non è certo stata innescata dai sindacati…

Non si può certo dire che questo governo non abbia agito per limitare lo strapotere della finanza: una delle prime misure che ha varato è stata alzare le tasse sulle rendite per abbassare il peso fiscale su lavoro e imprese. La crisi la stiamo affrontando con i fatti e i provvedimenti concreti, rilanciando occupazione e lavoro.

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