“Ma l’onorevole Brunetta legge le cose che scrive il professor Brunetta?”. Lo scrive su Facebook il senatore del Partito democratico Giorgio Tonini, presidente della Commissione Bilancio a Palazzo Madama.
“Sul Corriere di stamani, il professor Renato Brunetta polemizza contro la linea di politica economica del governo – sottolinea l’esponente pd – Fin qui nulla di strano: l’onorevole Brunetta guida infatti il principale gruppo parlamentare di opposizione e il primo compito dell’opposizione è quello di criticare il governo. Il primo compito, certo, ma non l’unico. Subito dopo il diritto-dovere di critica, c’è anche per l’opposizione (almeno per un’opposizione che si concepisca come potenziale alternativa di governo), il diritto-dovere di proposta. E qui, invece, di strano ce n’è tanto. Perché la proposta che si intravede attraverso i fendenti della critica del professore, fa il verso a quella dei falchi della Bundesbank, quelli (per capirci) che ce l’hanno con Draghi e perfino con la signora Merkel: “Renzi – dice Brunetta – continua a rinviare il pareggio di bilancio”. Il professore non dice una cosa falsa. In effetti il governo Renzi, dalla sua costituzione ad oggi, ha deciso di utilizzare tutti i margini di flessibilità previsti dalle regole europee e contemplati dall’articolo 81 della nostra Carta, per rendere il più possibile compatibile il percorso di rientro dal deficit e dal debito, previsto dal Fiscal Compact e chiesto dai mercati, con la necessità di evitarne, o almeno ridurne, l’impatto recessivo su un’economia che con la crisi ha perso quasi dieci punti di prodotto. A Brunetta non va bene. Lui chiede che la regola del pareggio di bilancio (che peraltro Costituzione e trattati precisano debba essere “strutturale”, cioè coerente col ciclo economico) venga applicata nel modo più rigido e automatico possibile, senza badare alle conseguenze sull’economia reale. Insomma quel che conta è che l’operazione riesca tecnicamente, se poi il paziente muore ce ne faremo una ragione. Che c’è di strano in questa posizione di Brunetta? Semplicemente che è il contrario di quella che lo stesso Brunetta ha sostenuto, con la medesima vis polemica, fino a poche settimane fa, quando faceva il verso non a Weidmann, ma a Varoufakis e chiedeva a Renzi, sempre in modo perentorio, di porsi “alla guida di un vasto fronte europeo per cancellare o sospendere il Patto di stabilità”. Era il 9 maggio 2016, non proprio un secolo fa. In effetti, Renzi si è messo alla testa di un fronte, non per far saltare le regole, ma per correggere in modo deciso la linea politica prevalente a Bruxelles e sostenuta da Berlino. Lo si è visto, nei giorni scorsi, prima al vertice Euromediterraneo e poi a Bratislava. Onestà intellettuale vorrebbe che Brunetta riconoscesse che qualcosa è stato fatto e si sta facendo, almeno per superare un’interpretazione “stupida” delle regole europee”.
“E invece decide di cambiare gioco e di attaccare il governo dalla parte opposta: pareggio (nominale, nemmeno strutturale) subito! A questo punto, la domanda è ineludibile: è il professor Brunetta che non legge quello che scrive? O è l’onorevole Brunetta che preferisce un’opposizione che sa solo criticare, ma non è in grado di proporre alcunché? A guardare il campo di Agramante in cui è ridotto il centrodestra, temo (per l’Italia) che si debba propendere per la seconda ipotesi.


Ne Parlano