“Negli ultimi due anni siamo passati dalla crisi nera a una crescita seppure limitata, con la spesa pubblica sotto controllo e l’occupazione che ha riconquistato il segno +, una situazione però ancora molto difficile. L’Italia cammina lungo un crinale alpino che a destra ha il precipizio della recessione e a sinistra il precipizio del default”. Lo ha dichiarato il senatore del Pd, Giorgio Tonini, presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama, a nome del suo Gruppo, prima del voto sui ddl di Rendiconto 2015 e Assestamento 2016 del bilancio dello Stato.

“L’Italia – ha spiegato Tonini – sta camminando lungo questo stretto crinale. Eppure le uniche strategie alternative udite in quest’aula si sono limitate alla proposta di buttarsi nell’uno o nell’altro precipizio, da un lato con gli assertori del pareggio di bilancio immediato che, azzerando il deficit, ci porterebbero dritti nuovamente alla recessione, dall’altro, con quelli del ’chi se ne importa’ delle regole europee e dell’affidabilità sui mercati, che chiedono di sfondare il tetto del 3%, con il risultato di far subito ripiombare il Paese nell’incubo dello spread. Tutti, a cominciare dal nostro esecutivo – ha proseguito il parlamentare dem – vogliamo una crescita più veloce, ma per questo obiettivo servono due condizioni. La prima è cambiare la politica europea, azione in cui il governo è fortemente impegnato; non si tratta di rinnegare il fiscal compact, le regole servono, ma occorre anche la crescita, che negli Usa è trainata dal motore federale che nell’Ue è invece tenuto spento. La seconda condizione è indossare gli scarponi delle riforme per camminare agevolmente lungo il crinale. Ristrutturare dunque la spesa pubblica, partendo proprio dal Parlamento, non è certo un diversivo”.

“Quanto agli investimenti – conclude Tonini – sono loro che daranno sostanza al Def, smentendo anche le false interpretazioni che si sono date alle audizioni dei giorni scorsi, nei quali Bankitalia non ha bocciato la nota ma ha solo definito ’ambiziosi’ i suoi obiettivi. Quando saranno conosciuti i contenuti della manovra, questi obiettivi, a cominciare da quello dell’1% di crescita, non ancora validato dall’Upb, potranno diventare realistici. Non possiamo accontentarci di nulla di meno. Sostenere questo sforzo, questa ambizione, è quello che il Pd farà”.


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