La riforma costituzionale è l`architrave della strategia delle riforme: dobbiamo stare attenti a non farla crollare
Spero che tutti ora riflettano su questo sto appello di verità di Renzi», sí augura il senatore renziano Giorgio Tonini alla fine della riunione dei senatori dem con il segretario-premier.
Che cosa significa un appello di verità?
«Ha fatto un discorso di grande respiro, mettendo in evidenza le responsabilità che ha di fronte il Pd nel governare il Paese. Facendo notare anche i risultati che stanno arrivando: la riforma costituzionale è l`architrave della strategia delle riforme che ha rimesso in moto il Paese, dobbiamo stare attenti a non farla crollare».
Ha convenuto con Bersani però sul fatto che sulle riforme non esiste disciplina di partito, giusto?
«Sì, anche se ha fatto notare come, in realtà, nel Pd una certa libertà ce la si sia presa un po` su tutto, dalla scuola al Jobs Act alla legge elettorale… Ma ha spiegato come alla libertà si accompagni la responsabilità».
Vuole dire il rischio di andare alle urne se non passa la riforma?
«Non ha fatto nessuna minaccia, ha cercato di volare alto, con un discorso molto rispettoso di tutti».
Morale, però, al Senato elettivo tanto caro alla minoranza non ha dato speranze…
«Ma come si fa a cambiarlo? C`è un problema tecnico che riguarda l`inemendabilità dell`articolo 2 della legge, già passato in doppia conforme su quel tema: non si può dire che la doppia conforme vale per una cosa e non vale per l`altra. E poi, come ha fatto notare, il Senato delle autonomie viene da lontano: è nel Dna della sinistra italiana almeno dagli Anni 70, ne parlò Nilde Iotti nel 1979. Ora che siamo a un passo non perdiamo l`occasione, riaprire sull`elettività vorrebbe dire ricominciare da capo. L`apertura l`ha fatta sulle funzioni del Senato».
Su quelle si può intervenire?
 «Su quelle ha aperto. Ricordiamo però che alcune funzioni che erano state assegnate al nuovo Senato sono state tolte dalla Camera proprio su input della minoranza, che ora, a Palazzo Madama, chiede di reintrodurle. Per questo Renzi propone una discussione tra deputati e senatori per trovare un accordo definitivo».
II senatore Chiti, uno dei 28 della minoranza, prima della riunione ha detto che senza modifiche dell`articolo 2 non è possibile un`intesa…
«Ma questi sono discorsi piccini, Renzi ha cercato di fare un discorso più grande riconducendo la questione alla sua reale dimensione. Mettendo in connessione questa legge con la storia del centrosinistra e chiedendo di sgomberare il campo dal discrimine tra democrazia e autoritarismo».
Secondo lei Renzi li ha convinti i senatori della minoranza?
«Non lo so, ma mi sembra abbia fatto un discorso di verità, non un discorso politicante, in cui ha messo tutti di fronte ai valori in gioco».
Ma il clima com`era?
«Sereno. Mi pare non ci sia al momento un cambiamento di posizione, ma il clima era positivo».
Con questa riunione avete fatto un passo avanti?
«Me lo auguro. Renzi ha teso la mano, almeno nello stile, riconoscendo la possibilità di alcune modifiche ma rimanendo fermo sugli assi portanti della riforma».

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