Non ci sarà nessuna conseguenza sulla tenuta del governo
«La spallata non c`è stata. Nonostante in questi mesi ci si siano messi di impegno». Giorgio Tonini, vicepresidente dei senatori del Pd, commenta i risultati delle regionali parlando di una chiara vittoria per il Pd e per il premier Matteo Renzi, «anche se non per ko, come avvenuto alle europee, ma ai punti. Ma sfido a trovare un capo di governo europeo che dopo un anno riesce a rafforzare il proprio consenso sul territorio. Le regioni a guida centrosinistra con Renzi sono salite a 17 su 20».
 Domanda. Le attese della vigilia parlavano di un 6-1. E finita 5 a 2. E in termini di voti assoluti, il Pd perde consensi rispetto alle precedenti regionali. Una bella differenza con le elezioni europee.
Risposta.
Il 41% del Pd c`è stato durante la luna di miele tra governo e cittadini, queste elezioni si sono svolte a un anno dall`avvio dell`attività di governo, che è la scadenza più difficile dal punto di vista elettorale, in cui si avverte il peso del governare e non ci sono ancora i benefici. E con un Movimento5stelle che è presente su tutto il territorio, a differenza dell`altra tornata.
D. Siete stati penalizzati dal Jobs act e dalla riforma della scuola?
R.
Io aggiungo anche le pensioni. Tre settori che interessano in particolare il nostro elettorato storico. Ma se la riforma del lavoro darà i suoi frutti, se la riforma della scuola sarà una buona riforma, allora il consenso risalirà.
D. Che effetti avrà il voto regionale sul governo?
R.
Io non credo che ci sarà nessun effetto sul governo, è un voto di stabilizzazione. Se si ricostruisce il dibattito degli ultimi mesi, è evidente come ci sia stato il tentativo politico, e non solo, di dare la spallata al governo, dal Movimento 5 stelle a Forza Italia per finire con la sinistra interna. Tutti sono stati contro Renzi.
D. Chi altro ha remato contro?
R.
Anche il sindacato, una certa stampa e una parte dell`establishment. Il governo invece tiene, la legislatura va avanti e probabilmente arriverà a scadenza naturale.
D. Liguria e Veneto, sbagliati i candidati o le alleanze?
R.
Il Veneto è il risultato veramente negativo per noi, è l`unico voto lontano dalle europee che avevano fatto intravedere uno sfondamento nell`elettorato storicamente di centrodestra del lombardo-veneto. È necessaria una riflessione, per capire se ci sono fatti contingenti o se invece si è chiusa una porta. È in discussione la capacità del partito di parlare al mondo dell`impresa diffusa, del mondo autonomo, a non rinchiudersi nell`elettorato delle aree urbane e dei ceti impiegatizi. Il Veneto richiede una riflessione vera e urgente.
D. La Liguria no? Il centrodestra unito vi ha battuto.
R.
Il voto in Liguria è molto semplice da capire, ha a che fare con la malattia della sinistra italiana di essere a vocazione minoritaria. Certo, se tutto il centrodestra riesce a tornare unito, può essere il vero candidato avversario alle prossime politiche.
D. La sinistra Pd parla della Liguria come del laboratorio politico italiano.
 R.
La sinistra con Sergio Cofferati, Pippo Civati e Luca Pastorino ha dimostrato di poter ottenere un brillante 9% che ha fatto vincere l`avversario, Giovanni Toti. Il risultato politico è questo.
D. La rottura della sinistra non vi preoccupa per la tenuta della maggioranza, soprattutto al senato?
R.
Mi auguro che al senato non faccia scuola l`esperienza ligure, anche perché c`è poco da imitare, non è un esempio vincente.
D. La minoranza vi accusa di essere poco inclusivi.
R.
In tutte le regioni dove abbiamo vinto lo abbiamo fatto grazie a un Pd unito, plurale. Ricordo che nessuno dei 7 candidati governatori aveva votato per Renzi nel 2012, eppure il Pd è stato compatto. Bisogna privilegiare, nella chiarezza della discussione, il tanto che ci unisce rispetto al poco che ci divide.
D. Quanto ha pesato la lista di Rosy Bindi sui candidati impresentabili?
R.
In Campania ha ottenuto il risultato opposto, ha indignato il nostro elettorato. Trovo giuste le parole di Vincenzo De Luca che si impegna per una Campania pulita, perché il Sud non è solo camorra e mafia. Tra l`altro le vicende giudiziarie che interessano De Luca non riguardano la camorra, averlo tirato dentro questa storia degli impresentabili è stato un grave errore.
D. Alla luce di questo voto, alle politiche tra chi è la contesa?
 R.
Al momento c`è il primato del Pd, tutt`altro che incolmabile per gli altri, ed è aperta la competizione tra centrodestra e Movimento 5 stelle per chi sarà lo sfidante. Le regionali ci dicono che è più facile per il centrodestra unito arrivare al risultato.

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