Matteo Renzi lega alla riforma del Senato la scommessa del suo governo. Il capo dello Stato la vede in contemporanea con la legge elettorale. Ma proprio il Pd, che si intesta la battaglia, non ha ancora un progetto ufficiale, mentre la riforma del voto dovrebbe approdare a Palazzo Madama lunedì. L`unico testo depositato è quello di Giorgio Tonini, renziano ‘critico’. «Ma la mia proposta è stata bocciata da Renzi in Direzione, anche in maniera vivace».
 Perché?
Il mio è il modello tedesco, quello del Bundestag, per intenderci. Anche se rispetta i tre paletti chiesti dal premier: il Senato non dovrà dare più la fiducia, i senatori non saranno più eletti direttamente (quindi non avranno diritto a indennità) e sarà di raccordo con il mondo delle autonomie.
Non basta?
Lui prevede un Senato composto prevalentemente da sindaci, un Senato alla francese, una sorta di Stati generali, un organismo consultivo. Io penso a una Camera di raccordo tra Regioni e Stato, visto che sono le Regioni e non i Comuni a fare le leggi, secondo quanto disposto dal Titolo V.
In sostanza, Renzi per revisione del Titolo V intende l`abrogazione della riforma fatta dal centrosinistra?
Oggi nel TitoloV il potere legislativo delle Regioni è molto esteso. Di fatto il Titolo V che ha riformato la Costituzione del `48 ha lasciato allo Stato le tabelle con le competenze di principio e ha dato alle Regioni quelle di dettaglio, invertendo i ruoli rispetto al passato. Tutto quello che non è specificamente previsto è delle Regioni. Renzi non ama le Regioni?
Dice che sono delegittimate, mentre i sindaci sono più vicini ai cittadini. Penso però che in un sistema riformato si recupererebbe la credibilità delle Regioni. Nel mio testo i sindaci sono coinvolti nell`assemblea dei grandi elettori del presidente della Repubblica. intervista Il renziano ha depositato un suo testo bocciato dal premier in direzione. «Ma senza Fi non si fa niente»
 Ma come mai il Pd, coinvolto da Renzi appena eletto segretario, ancora non ha un testo? I senatori oppongono resistenza all`autoscioglimento?
Anna Finocchiaro sta lavorando a una proposta mentre Martini (l`ex governatore della Toscana) lavora a una bozza di riforma del Titolo V, visto che sono strettamente collegate.
 I partiti di maggioranza sono contrari. L`accordo con Forza Italia è decisivo. Berlusconi ha detto di sì a Renzi. Il premier non sa che sta facendo una parete di sesto grado superiore. Le riforme in Italia hanno più avversari che sostenitori. Alfano intende di fatto ridurre i senatori ed è disposto a non far votare la fiducia. Ma non va oltre. E le vere resistenze vengono dalla struttura del Senato…
Dalla macchina amministrativa e burocratica?
Sì. La dirigenza ha influenza sui senatori, anche se a livelli diversi.

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