‘Ringrazio la ministro Bonino per la sua autorevolezza e per i risultati che ha potuto riferire in quest’Aula, che hanno messo il nostro dibattito sul binario della serietà e del giusto spirito costruttivo. L’obiettivo di tutti è risolvere questa crisi e non aggravarla. Questo richiede due virtù: pazienza e fermezza, da esercitare allo stesso tempo. In questi mesi è forse prevalsa la prima, quando si trattava di affrontare l’accusa di omicidio colposo, ora di fronte all’accusa di terrorismo deve prevalere la fermezza. Tutto possiamo accettare ma non che una nostra missione militare, svolta dentro i canoni dell’Onu e nell’ambito delle sue risoluzioni di sicurezza, venga accusata di terrorismo dalla Corte Suprema di una grande potenza mondiale, membro dell’Onu e con alle spalle una straordinaria storia di civiltà. Pazienza e fermezza devono produrre il risultato fondamentale di rendere questa crisi una crisi internazionale. E a me sembra che questa strategia dell’internalizzazione stia producendo i suoi risultati, al punto che la gaffe di Ban Ki Moon è stato un elemento di accelerazione: ventotto paesi europei e la Nato hanno reagito chiarendo che c’è un problema serio di natura multilaterale’. Lo ha detto il senatore Giorgio Tonini, capogruppo del Pd nella Commissione Esteri, nel suo intervento nell’aula del Senato. ‘Io vorrei – ha aggiunto Tonini – che in quest’Aula uscissimo dalle secche della solita oscillazione tra autocommiseriazione e velleitarismo. Siamo l’Italia e abbiamo una politica estera, che ha dei punti fermi che per fortuna sono tali dai tempi di Alcide De Gasperi. Ci stiamo muovendo usando le leve giuste: quelle dell’Unione europea, che è il fondamento per ogni paese europeo, della Nato e dell’Onu, in cui si può stare con la schiena dritta perché siamo un paese tra i leader del peacekeeping. I risultati verranno e potranno guardare con fiducia ad un esito positivo’.

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