Il parlamento ha fallito, «tocca al governo fare una proposta di maggioranza sulla riforma elettorale». E in fretta, «perché se si va al voto senza una nuova legge ci sarà il proporzionale puro», dice Giorgio Tonini, vicepresidente dei senatori del Pd, «sarebbe il caos, una situazione di ingovernabilità peggiore di quella che ha dato vita al governo delle larghe intese». E davanti alla bocciatura del Porcellum da parte della Consulta, le responsabilità della politica sono molteplici, anche il Pd ha le sue, «c`è stato chi ha pensato nella passata legislatura di poter lucrare sul premio di maggioranza», ammette Tonini.
Domanda. La Corte Costituzionale ha bocciato il Porcellum per il premio di maggioranza e la mancanza delle preferenze. Ora cosa succede?
Risposta.
La sentenza è il riconoscimento delle ragioni di tutti quelli che si sono battuti in Questi anni contro l`assurdità del Porcellum. E chiaro che a questo punto si deve procedere rapidamente. Anche perché non è possibile tornare neanche al Matterellum dopo la sentenza della Consulta sulle preferenze. D. Ma ci saranno i tempi ora per una riforma? Voi parlamentari potreste essere tutti decaduti.
 R.
Aspettiamo a leggere le motivazioni della sentenza di incostituzionalità prima di dichiararne gli effetti giuridici. Intanto però dalla prossima settimana dobbiamo subito lavorare alla riforma elettorale. D. La richiesta di scioglimento immediato delle camere diventa sempre più pressante.
R.
Tornare alle urne adesso significherebbe tornarci con il proporzionale puro, per cui nessuno vince, sarebbe il caos, una situazione di ingovernabilità peggiore di quella che ha dato vita al governo delle larghe intese. Letta deve intervenire, è stato un errore non averlo fatto prima, perdendo tempo con la riforma della deroga all`articolo 138 della Costituzione. D. Non è ingiusto scaricare adesso le colpe sul governo? 
R.
Il parlamento si è impantanato nelle diverse proposte elettorali, e questa sentenza sancisse il fallimento dei suoi tentativi. Ma e altrettanto vero che uno dei mandati dell`esecutivo Letta era di fare le riforme, a partire da quella elettorale, il presidente Napolitano è stato chiaro sul punto prima di accettare di essere rieletto al Quirinale. In questi mesi invece è mancata la funzione propulsiva dell`esecutivo. Poi è vero, i partiti hanno le loro responsabilità. D. Quali sono gli errori del Pd? Il Centrodestra e Forza Italia vi accusano di aver fatto le primarie in parlamento.
R.
É stato un errore non fare la riforma elettorale nella passata legislatura, prima di tornare al voto, ma c`è stato chi allora pensava di poter lucrare sul premio di maggioranza.
D. Proprio ieri, mentre si prontmciava la Consulta, il Pd, in commissione al senato, ha proposto e ottenuto la costituzione di un comitato ristretto sulla riforma. I renziani hanno bollato al scelta come assurda.
R.
Francamente, con tutto il rispetto per chi ha deciso per il comitato, potevamo risparmiarcelo, proprio nel giorno della sentenza, dopo aver perso tanti mesi… E a pochi giorni dalla scelta del nuovo segretario del partito democratico. D. I renziani spingono perché la riforma sia trasferita dal senato alla camera.
R.
Quello che è importante è che ci sia un accordo politico tra le forze di maggioranza, che poi si parta dalla camera o dal senato mi pare del tutto secondario. Se c`è una proposta che unisce la maggioranza, il governo la metta fuori. Dentro l`accordo alla tedesca tra Letta, Renzi e Alfano deve esserci la riforma elettorale al primo posto se vogliamo essere credibili.
D. Su che basi ripartire?
R.
Mi pare che non siamo neanche lontanissimi da ipotesi di lavoro, sia che si parta dal Matterellum, rafforzandolo, oppure dal doppio turno di collegio. D. Cosa cambia con Renzi segretario?
R.
Abbiamo bisogno di un regista del Pd che dia dinamismo al governo, che lo aiuti a fare gol sul fronte delle riforme e dell`economia. Renzi si è impegnato a svolgere questo ruolo.

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