IMU-BANKITALIA: CHIAREZZA non DEMAGOGIA
Il diritto alla verità.
1.Bankitalia è stata privatizzata?
No, il capitale era già nelle mani dei privati: semplicemente è stato rivalutato tenendo conto dell’inflazione (da 150.000 euro a 7,5 miliardi – era fermo ai valori del 1936).
2. Poteva essere “nazionalizzata”?
No perché l’esproprio, secondo le leggi italiane, avrebbe richiesto allo Stato un esborso tra i 5 e i 7,5 miliardi del quale avrebbero beneficiato i soci privati.
3. E’ vero che così le riserve auree e di valuta vanno in mani private?
No, è falso. I soci non hanno alcun diritto sule riserve valutarie e auree. E peraltro non hanno nemmeno diritto di voto: Bankitalia non è una società per azioni di diritto privato bensì un istituto di diritto pubblico (sentenza 16751 del 2006 Corte di Cassazione).
4. Quali sono le conseguenze?
Innanzi un miliardo in più per il bilancio dello Stato.
E, in generale, un rafforzamento complessivo del sistema bancario. Cosa che, indirettamente dovrebbe creare benefici anche per i correntisti perché, sulla carta, più soldi alle banche significa maggiore propensione di queste ultime a concedere prestiti.
5. Le riserve della Banca d’Italia potrebbero essere usate per altri scopi, ad esempio per finanziare investimenti pubblici o altre forme di spesa pubblica?
No, assolutamente no. Non si tratta di un “tesoretto” a cui liberamente attingere, ma appunto di un attivo che garantisce l’intero paese all’interno dell’Unione Economica e Monetaria. Abbiamo però ottenuto il massimo possibile nelle condizioni date: utilizzarle come volano per il rafforzamento del patrimonio del sistema finanziario (bancario e assicurativo) italiano, con effetti indirettamente positivi sulla crescita tramite riduzione delle restrizioni sul credito.
6. Perché la riforma di Banca d’Italia è stata legata all’IMU?
Perché per abolire la seconda rata IMU sulla prima casa serviva una copertura finanziaria trovata proprio nella tassazione del settore creditizio, finanziario e assicurativo, nonché della stessa Banca d’Italia, derivante dal nuovo assetto di Bankitalia di cui sopra: la tassazione a carico di questi soggetti aumenta a 2,163 miliardi nel 2013 e 1,5 miliardi nel 2014. Mentre, da un lato, si chiede questo sforzo al settore, dall’altro gli si concede il beneficio indirettamente derivante dalla rivalutazione delle azioni della Banca centrale.