Un giorno di festa. Questo volevamo e questo finalmente possiamo festeggiare. Per tutti. E non solo per le
coppie omosessuali che a trent`anni dalla prima proposta di legge presentata anche allora al Senato avranno da oggi gli stessi diritti e doveri di tutte le `coppie: amore, responsabilità, difesa del più debole saranno riconosciuti e tutelati. È un giorno di festa per il paese che esce unito da questa difficilissima prova e non spaccato e rabbioso come alcuni avrebbero voluto. È una vittoria della politica, quella buona. Né autoritaria né inconcludente, una politica della mediazione alta, quella vera.
Una politica che esprime un sentire diffuso di cui il Parlamento si è fatto interprete e che alla fine decide “con umiltà e coraggio” come ha detto il Presidente Renzi, a proposito del ricorso alla fiducia. All`apparenza la fiducia sembrerebbe in contrasto con il così detto voto di coscienza certamente più consono ai temi etici. Ma calato nel caso delle unioni civili questo ràgionamento risulta astratto, non appropriato al caso specifico.
E non tanto e solo perché abbiamo aspettato anche troppo, perché siamo gli ultimi e via elencando le consuete lamentele. E dunque sarebbe stato poco saggio correre il rischio di fallire ancora una volta.
Oltre a tutto ciò, in questo caso, la fiducia è stata davvero la soluzione che più ha dato voce alla mediazione e alla profonda e capillare discussione avvenuta tra i parlamentali e le realtà della società civile.
La fiducia non è una prevaricazione del governo ma davvero l`unico modo per rispettare proprio ciò che auspica Monsignor Galantino e cioè ” una richiesta di maggiore partecipazione, attenzione, e rispetto per coloro che sono stati eletti”.
Abbiamo discusso per più di tre anni soprattutto al Senato e poi alla Camera, ci siamo divisi, cercando punti condivisi, abbiamo usato il discernimento per capire cosa fosse essenziale conservare delle proprie posizioni culturali e morali e ciò che invece doveva lasciare il posto a ciò che univa piuttosto che a ciò che divideva. In nome del bene comune.
Abbiamo fatto fronte, anche se a volte in modo un po` maldestro, alle insidie della superficiale e codarda
politica dei Cinque stelle. Quella sì una politica cinica che nulla rappresenta del sentire “popolare”, e che anzi lo usa, lo strumentalizza e ne fa demagogico mercimonio senza contenuti.
Stupisce ora vedere le dichiarazioni del candidato Marchini che cede alla tentazione di facili collateralismi secondo le vecchie logiche che vogliono Roma sempre clericale. Ma, evidentemente, due punti in più valgono bene le proprie convinzioni.
Credo invece che la posizione del PD sulle unioni civili sia stata limpida e coraggiosa, proprio e anche perché di sintesi.
Spiace, allora,che ancora una volta però, e proprio in questo bel momento di festa ci sia ancora chi nella stessa area dei democratici rivolga attacchi offensivi a chi esprime posizioni diverse dalle proprie. Come è successo alla deputata del PD Cimbro la quale, alcuni giorni fa, si era legittimamente espressa contro la pratica della maternità surrogata, posizione largamente condivisa nel paese e nel PD.
Ma sono certa che dopo l`approvazione della legge sulle Unioni civili si potrà aprire un sereno dibattito sulla maternità surrogata, nella tutela assoluta dei bambini che mai dovranno subire discriminazioni per il modo in
cui vengono al mondo. Così come si potrà ottenere una buona legge sulle adozioni, più aperte e più facili.
Senza alcuna retorica la legge sulle Unioni civili è davvero un risultato storico. E va ribadito Conforza che questa è una conquista voluta e ottenuta dal PD unito.
E che si allinea alle grandi riforme dei diritti che in Italia sono arrivate tardi ma sono state spesso più mature, perché più condivise, di quelle di altri paesi “avanzati”, da quella del divorzio, al diritto di famiglia, all`aborto. Che questo metodo resti un esempio per le grandi questioni bioetiche che abbiamo davanti a noi.


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