“La scelta della fiducia sulle unioni civili fu decisa in Senato, quando era in aula il ddl Cirinnà, per superare un’impasse e scongiurare il rischio che tra ostruzionismi e voti segreti l’Aula di Palazzo Madama votasse un testo confuso e contraddittorio. Fu una decisione saggia, presa dopo una discussione parlamentare ampia e approfondita, nella quale era stato dato ascolto a tutte le diverse sensibilità etiche e culturali, cercando di trovare un punto di sintesi nel quale potesse riconoscersi una larga parte del Paese”. Lo dichiara il senatore del Pd, Giorgio Tonini.

“La questione di fiducia – prosegue Tonini – non è stata dunque una forzatura, per imporre un punto di vista su un altro, in un quadro di scontro, ma lo strumento tecnico-parlamentare per sostenere un testo di mediazione, che colmando un grave ritardo istituisce le unioni civili per le coppie omosessuali e regola diritti e doveri che derivano dalle convivenze di fatto, stralciando e dunque rinviando ad un diverso provvedimento di riforma delle adozioni la delicata questione della ‘stepchild adoption'”.

“Quanto alle dichiarazioni del leader del Family Day, Gandolfini, sono sconcertato dalle sue parole: cosa c’entra il referendum confermativo sulla riforma della Costituzione con il voto parlamentare sulle unioni civili? Si tratta – conclude l’esponente dem – di un ricattuccio, che squalifica chi lo fa e denigra il mondo che pretende di rappresentare”.


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