“Il 24 novembre presenteremo una prima indagine come commissione d’inchiesta sul femminicidio, è unica in Europa visto che abbiamo analizzato 200 casi di femminicidio tra il 2017 e il 2018, così da avere dati certi. Abbiamo guardato le sentenze e anche le indagini: i dati che emergono sono inquietanti. Il 65% delle DONNE, in caso di violenza, non parla nemmeno con una amica. Le DONNE non denunciano, perché si sentono ancora colpevolizzate, temono il giudizio”. Ad affermarlo la senatrice e presidente della commissione parlamentare d’inchiesta femminicidi Valeria Valente, in occasione di una conferenza stampa a Palazzo Vecchio. “L’escalation di violenze – ha aggiunto – è drammatica, non si esaurisce mai. Noi invece dobbiamo accogliere le DONNE, farle sentire a loro agio, è questo il lavoro dei centri antiviolenza, le uniche realtà del territorio che riescono ad aiutare in maniera proficua le DONNE. Ci vuole un salto di qualità culturale”. “L’Italia – ha concluso – dispone di un quadro normativo decisamente soddisfacente e robusto, è avanti ad altri Paesi in Europa, magari dietro alla Spagna. Il tema però è che le DONNE continuano a morire e a subire violenza: evidentemente la direzione scelta in questi anni non è quella giusta e allora dobbiamo smettere di lavorare solo sulla repressione ma investire più su formazione, sul cambio culturale e sul cambio della società di leggere correttamente il fenomeno di violenza. E’ necessario porre fine al fenomeno di colpevolizzare le DONNE e di giustificare gli uomini”
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