“Ha fatto bene l’associazione Differenza Donna a depositare un esposto contro il cimitero Flaminio dei feti, a Roma, visto che ha ravvisato diverse violazioni della legge 194/78. L’associazione ha chiesto anche un incontro al ministro Speranza. E bene ha fatto tutta la rete delle donne ad alzare la voce su quanto accaduto. Credo che la vicenda denunciata da Marta sia davvero espressione di una pratica barbara e incivile, che va fermata a tutti i costi ”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio.
“Può e deve essere una scelta – prosegue Valente – quella di dare sepoltura ad un feto, ma non può diventare un obbligo e soprattutto fa davvero gelare il sangue l’esposizione del nome della madre sulla croce. E’ chiaramente una sorta di doppia punizione per la madre mancata la quale, a parte il dolore psicologico e fisico di un aborto terapeutico a gravidanza avanzata, deve subire anche la tortura e l’umiliazione di vedersi ‘seppellita’. Il giudizio morale sotteso a tutta questa procedura è fin troppo evidente. E’ assolutamente necessario un intervento tempestivo delle autorità per bloccare questa procedura perché, da un lato, viola elementari diritti di privacy e, dall’altro, è inumana e lesiva dei diritti delle donne. Per dare sepoltura ad un feto non è necessario tutto questo”.