“Nel corso del Consiglio Ue su Occupazione, politica sociale, salute e consumatori il ministro Andrea Orlando ha sottolineato quanto l’Italia tenga alla direttiva sull’equilibrio di genere nei Cda delle imprese. E’ fondamentale che le donne entrino in tutte le ‘stanze dei bottoni’ e che siedano ai tavoli delle decisioni, sia nel settore privato che nel pubblico. Solo così potremo cambiare modelli di organizzazione e sviluppo obsoleti, che si autoriproducono tenendo più della metà delle risorse umane ai margini a discapito di tutti, non solo delle donne. Nell’indispensabile operazione di riequilibrio di genere non possiamo fermarci, proprio perché siamo in una fase delicata di ricostruzione e di passaggio da un sistema che ha mostrato tutti i suoi limiti ad uno nuovo”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio.
“Dopo la legge Golfo-Mosca, che ha portato al 39% dal 7% la presenza femminile nei Cda – spiega Valente – ora è in discussione nella Commissione Affari costituzionali del Senato il disegno di legge a prima firma Pinotti sul riequilibrio di genere nelle Authority, nelle società controllate e nei comitati di consulenza al governo. Sto lavorando a questo importante ulteriore passo in avanti da relatrice al disegno di legge, che intende portare almeno 2 donne su cinque componenti in tutti gli organismi di vertice anche nel settore pubblico, pena la nullità delle nomine stesse. Due dunque i fattori di controllo: le sanzioni, per cui si prevede che le nomine non siano valide se non viene rispettato l’equilibrio e la relazione triennale al Parlamento su tutte le nomine


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