“E’ positivo che il governo abbia deciso di stipulare con le imprese un patto per la maternità e la natalità, nella forma di un codice di autodisciplina delle aziende. Nel mondo del lavoro c’è molto da fare perché le donne possano dispiegare appieno i propri talenti, a partire dal superamento del gender pay gap e dal welfare aziendale, per passare da una maggiore flessibilità degli orari e dalla valorizzazione della maternità non solo dal punto di vista sociale ma anche del bagaglio di competenze. Ma per mettere davvero al centro dell’agenda politica la natalità e la famiglia, il governo Meloni dovrebbe mettere in realtà al centro le donne. E non può dare con una mano e togliere con l’altra. Non si può pensare di delegare il welfare famigliare al privato e serve un massiccio investimento sull’occupazione femminile e sui servizi che invece non vediamo”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente.

“Il governo Meloni ha finora fatto molti annunci per le donne– prosegue Valente – ma nel concreto gli sgravi contributivi per le lavoratrici madri di due figli sono finanziati solo per un anno, il nido gratuito dal secondo figlio è in verità un bonus per poche, aumenta l’Iva sugli assorbenti, pannolini e latte in polvere, sono stati tagliati i progetti degli asili che avevamo previsto nel Pnrr e della clausola del 30% di posti alle donne non si sa più niente, è stata cancellata Opzione Donna, così come lo smart working nella Pa. Per far crescere la natalità si deve puntare sulle donne, che fanno figli se lavorano e se hanno servizi a disposizione. Agevolare la famiglia e il primo percettore di reddito riporta invece le donne nel passato e non funziona” +.


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