“Se fosse confermato quanto si evince dagli articoli di stampa, e cioè che la pm Alessia Sinatra è stata censurata dal Csm per aver appellato negativamente l’allora procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, che era stato già stato condannato dall’organo di autogoverno della Magistratura per averla molestata sessualmente, ci troveremmo di fronte a un segnale preoccupante”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, già presidente della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere.
“Al netto del fatto che non sono note tutte le motivazioni di questa sentenza del Csm su Sinatra – prosegue Sinatra – va detto che le donne vittime di violenza e molestie sessuali vanno sempre tutelate dalle possibili ripercussioni negative dei procedimenti giudiziari con cui si difendono e da episodi di vittimizzazione secondaria. Tanto è vero che la Procura generale della Cassazione aveva chiesto l’assoluzione per la pm e i quotidiani parlano quindi di ‘sentenza inaspettata’. In particolare, in questo caso colpisce come le accertate molestie sessuali siano avvenute in un contesto professionale e amicale, in un luogo connesso a quello di lavoro: un ambito tipico di una fattispecie di reato ancora mancante nel nostro ordinamento, quella delle molestie sessuali nei rapporti di lavoro, che vorremmo istituire proprio per tutelare le donne da relazioni di potere impari che troppo facilmente diventano abusi”.


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