“Dopo la riforma Cartabia, obbligare le forze dell’ordine
a prelievi coatti di un minore, quando non è in
pericolo o non si profila un rischio di pericolo per la sua vita,
è intollerabile sul piano umano e giuridico, essendo stato
vietato dalla stessa Cassazione. Pur vivendo in uno stato di
diritto, oggi, siamo purtroppo costrette a scendere in piazza, a
Napoli, insieme all’Udi, per rivendicare i diritti del piccolo
Mattia e di sua mamma. Ribadiamo quello che da tempo sosteniamo,
cioè che il rispetto del principio della bigenitorialità trova un
limite invalicabile: la volontà del minore che, come in questo
caso, rifiuta di vedere il padre, avendo alle spalle anche una
vicenda di abuso archiviata per mancanza di prove sostenibili in
giudizio. Il bambino ha sviluppato con la madre un rapporto fatto
di amore e cura di cui viene privato con tutte le conseguenze,
sul piano emotivo, che qualsiasi essere umano può immaginare.
Mattia, che vive anche una condizione sanitaria particolare e
delicata, ha dunque tutto il diritto di continuare a vivere con
la madre”. Così in una nota la senatrice del Pd Valeria Valente,
componente della commissione parlamentare di inchiesta sul
femminicidio e la violenza di genere


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