“La condanna della Corte europea dei Diritti dell’uomo all’Italia per non aver protetto una donna, Annalisa Landi, vittima di violenza domestica con i suoi figli, deve suonare come un monito ed essere per il nostro Paese un incentivo a migliorare, con urgenza. Molto è stato fatto sul fronte legislativo, ma ci aspetta molto lavoro e questa sentenza deve spronare tutte le istituzioni italiane, tutti noi, a fare di più per combattere una piaga drammatica e strutturale quale la violenza contro le donne e il femminicidio, che coinvolge anche i minori”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria VALENTE, presidente della Commissione Femminicidio. “Siamo consapevoli per il lavoro svolto nella Commissione Femminicidio – prosegue VALENTE – che è assolutamente necessario migliorare sul fronte della protezione delle donne e dei bambini. Nel caso specifico della condanna, questa mancanza da parte delle istituzioni è costata la vita a un bambino di un anno, mentre una bambina è stata gravemente ferita. La Corte non ha riconosciuto la discriminazione di genere, ma come Commissione di inchiesta del Senato sul Femminicidio sappiamo che uno dei problemi principali è che le donne non vengono credute. E’ per questo che non ci stanchiamo di richiamare alla necessità della formazione specifica per tutti gli operatori. Le leggi per intervenire ci sono, la violenza di genere va riconosciuta e contrastata fin dal suo insorgere, per evitare drammatiche escalation. Il disegno di legge del governo in discussione al Senato va in questa direzione: aumentare le misure di protezione, tra cui l’allontanamento dell’uomo maltrattante dalla casa familiare e il braccialetto elettronico. In questo contesto va considerato prezioso l’apporto della rete dei centri antiviolenza e delle Case rifugio e per questo servono maggiori finanziamenti e procedure più snelle per ottenerli”.
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