“Il ministro Nordio è tornato sul dramma dei femminicidi con parole che svelano ancora una volta una visione distorta e pericolosa della violenza contro le donne, che non è imputabile agli stranieri, ai migranti, ma bensì è riconducibile alla matrice culturale del patriarcato che vuole la donna sottomessa all’uomo e che impedisce agli uomini di fare i conti con la libertà, i diritti l’autodeterminazione di figlie, compagne, conviventi, mogli. E’ una visione distorta, quella del ministro, che molti ancora purtroppo condividono soprattutto nel governo della destra e che rischia di essere un ostacolo per le politiche di prevenzione di cui c’è bisogno”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, componente della Bicamerale femminicidio. “Dall’indagine statistica sulle caratteristiche del fenomeno del femminicidio svolta dalla Commissione di inchiesta del Senato sui casi reali – prosegue Valente – è emerso chiaramente come sia trasversale anche all’etnia: gli stranieri uccidono donne conterranee, così come gli uomini italiani uccidono donne italiane. In altre parole il femminicidio avviene in prevalenza all’interno di una relazione e il movente è il possesso, la volontà di supremazia dell’uomo sulla donna. Nordio finge di non capire? E’ certo più semplice avere un capro espiatorio che aprire gli occhi sulla cultura in cui ancora viviamo immersi”.


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