“Ci risiamo con l’alienazione parentale, con la mediazione famigliare obbligatoria, con gli stereotipi e i pregiudizi contro le donne che si separano e con la voglia della Destra di riportare indietro le lancette dell’orologio del diritto di famiglia. Il disegno di legge sull’affido in via di presentazione da parte del senatore Alberto Balboni (Fdi), presidente della Commissione Affari costituzionali, è sostanzialmente una riedizione del famigerato ddl Pillon, che il Parlamento ha per fortuna respinto. Un intreccio di stereotipi e pregiudizi contro le donne al quale ci opporremo con forza, se e quando la Destra decidesse di incardinarlo”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente.

“Il ddl Balboni – spiega Valente – dispone in sostanza la doppia residenza per i minori, trattandoli come pacchi postali e rimette in discussione gli istituti dell’assegno di mantenimento e dell’assegnazione della casa famigliare, nascondendo dietro un tentativo di ‘riequilibrio’ la volontà di costruire norme a esclusivo vantaggio degli uomini. Il tutto a partire dal presupposto sbagliato che oggi vi sia una sperequazione a danno degli uomini, mentre tutti i dati e le ricerche continuano a dirci che in caso di separazione sono ancora le donne a pagare il prezzo più alto. In coerenza con questa visione, il ddl arriva addirittura a mettere sullo stesso piano la violenza maschile e domestica documentata e presunti e ascientifici modelli di condizionamento parentale, cosa gravissima e davvero pericolosa per le donne e per i figli. Ancora: arriva a riproporre sempre e senza eccezioni la mediazione famigliare, che è vietata dalla Convenzione di Istanbul perché nefasta in caso di violenza contro le donne e contro i minori. Un pasticcio che ci auguriamo la Destra non voglia portare avanti”


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