“Il disegno di legge del governo che istituisce la nuova fattispecie di femminicidio costituisce un passo avanti anche dal punto di vista culturale. Recepisce e completa, sotto il profilo penale, gran parte dei rilievi che da sempre poniamo. Istituire il reato di femminicidio significa infatti riconoscere la violenza contro le donne e il loro assassinio come un fatto sociale caratterizzato da una specifica dinamica riconducibile alla cultura patriarcale, alla sperequazione di potere tra i sessi, alle relazioni fondate sul possesso e sul controllo maschile dei corpi e della vita delle donne. E’ dunque un cambiamento anche culturale. Il diritto penale non basta, la battaglia resta culturale, ma questo è un passo avanti al quale come Pd abbiamo contribuito e va riconosciuto. Oggi è 8 marzo, ricordiamo che contrastare la violenza maschile deve essere una battaglia comune”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, componente della Bicamerale Femminicidio e già presidente della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere. “Il ddl- prosegue Valente – non si ferma a questo, ma riconosce la matrice culturale anche negli altri reati violenti contro le donne, mitiga il possibile bilanciamento tra aggravanti e attenuanti, rafforza il ricorso alle misure cautelari a protezione delle vittime dei reati spia. E, cosa fondamentale, introduce la formazione obbligatoria per i magistrati, anche decentrata e con il coinvolgimento dei centri antiviolenza e della parte offesa, per evitare la vittimizzazione secondaria delle donne”.
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