«Criticare è utile, offendere è sbagliato», spiega la senatrice Pd Valeria Valente riferendosi al linguaggio duro usato dal governatore De Luca nel suo ultimo libro anti dem («Nonostante il Pd») in cui si scaglia contro i vertici del partito e contro la segreteria nazionale Elly Schlein. Senza contare il botta e risposta tra i due di due giorni fa che ha ricordato la frattura pesante creatasi nel partito campano. Servirebbe una tregua in vista anche e soprattutto dei prossimi appuntamenti elettorali:
«Serve rispetto verso una comunità, senza rinunciare a incalzare su temi e merito», aggiunge l`esponente dem che all`ultimo congresso ha votato la mozione Bonaccini.
Anzitutto si pone il tema delle alleanze per le prossime tornate, dalle amministrative alle regionali: tutti vogliono il campo largo con il M5s ma come si costruisce?
«La destra si sfida anche rendendo visibile l`alternativa, trovando un minimo comun denominatore su temi, oltre che candidati credibili, come fatto a Foggia. A livello nazionale, per una possibile convergenza penso per esempio a salario minimo, dignità dei lavori, sanità pubblica, diritto alla casa, riduzione strutturale del cuneo fiscale, lotta all`evasione, sostegno alla genitorialità con scuole a tempo pieno, i congedi parentali paritari. A proposito: la difesa del valore sociale della maternità questo governo la fa aumentando l`Iva sui prodotti
per infanzia? E indebolendo la costruzione di nuovi asili nidi del Pnrr?»
Inutile girarci attorno: in queste ore il Pd campano è diviso dal duello De Luca-Schlein. Come si può costruire una tregua?
«Con il rispetto verso una comunità, senza rinunciare a incalzare su temi e merito. Sulla classe dirigente e la sua selezione, dobbiamo fare di più. Vale per i territori e per il nazionale. Il consenso deve essere sempre punto di partenza. Non chiedersi però come si costruisca e rafforzi, rischia di essere comodo, se non pilatesco».
A proposito del libro, lei l`altro giorno ha detto che “De Luca è stato un ottimo governatore ma non accetta quel linguaggio”. Si sente offesa come dirigente e militante Pd?
«Capisco la provocazione per esigenze comunicative, ma finché si è parte di una comunità, fatta di dirigenti e soprattutto militanti, la si rispetta. Criticare è utile, offendere è sbagliato». Anche perché le Europee sono alle porte e un Pd rissoso al suo interno rischia di andare sugli scogli.
«Ricordo stagioni ben più vivaci. Per le europee, dobbiamo arrivarci con una proposta per un`Europa maggiormente protagonista nei contesti internazionali, penso innanzitutto ai troppi conflitti nel mondo; più efficace e giusta sul tema migrazioni e accoglienza; più incisiva sulla crescita sostenibile; più vicina alle difficoltà dei singoli stati; maggiormente garante dei diritti sociali e civili ancora oggi calpestati».
Polemiche interne a parte, non crede che bisognerebbe insistere sull`attività politica del partito sul territorio? Prenda Caivano, diventato un tema ormai del centrodestra.
«Sul Dl Caivano, bene l`attenzione e il piglio deciso. Abbiamo provato a migliorarlo con emendamenti che rafforzassero, oltre la risposta emergenziale repressiva, anche quella educativo-sociale. Il rischio infatti è che queste comunità non riescano a proseguire il cammino da sole, scemata l`eco mediatici. Questo vale soprattutto se parliamo di minori. Continueremo ad incalzare il governo, per esempio perché vi siano più educatori e assistenti sociali, a Caivano e in tutte le periferie».
Decreto legge Sud: quale è il suo giudizio?
«Va in direzione opposta all`Autonomia differenziata, a sua volta confliggente con la proposta sul “presidenzialismo”. Da una parte la maggioranza delega alle regioni addirittura materie come sanità e istruzione, acuendo le disparità, dall`altro centralizza la gestione delle risorse (vedi il Fondo sviluppo e coesione) e della Zes: siamo allo strabismo puro, espressione delle loro divisioni intestine. E` nei fatti l`ennesimo provvedimento contro il Sud».


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