“Anche oggi ci arriva la notizia di un ennesimo femminicidio-suicidio, che peraltro lascia una bambina di 4 anni orfana di entrambi i genitori. E stando alle notizie di stampa, per l’ennesima volta la vittima, Marisa Leo, aveva denunciato per stalking l’ex compagno, senza che questo atto sia riuscito a proteggerla dal peggio. Di fronte a questa mattanza è più che mai necessario che l’azione di contrasto cambi passo e faccia finalmente un salto di qualità. I tempi sono maturi. Su questo, la politica sta cambiando in tema di consapevolezza e condivisione. La prima Premier donna può così fare davvero la differenza. Le istituzioni tutte, a cominciare dallo Stato, devono assumere la battaglia contro la violenza di genere come effettivamente e concretamente prioritaria. La violenza contro le donne non è un’emergenza, è un dato strutturale delle nostre società frutto di modelli sociali e culturali ingessati e sbagliati, che sopravvivono da troppo tempo e che fatichiamo a scalfire. È necessaria una terapia d’urto. Il governo dedichi un Cdm specifico a questo problema, per destinare risorse e definire strumenti operativi e dare così un messaggio chiaro all’Italia”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente.
“Il Parlamento – prosegue Valente – anche attraverso il lavoro della Commissione Femminicidio del Senato ha dato indicazioni chiare su cosa è necessario fare e su come può essere concretamente possibile dare centralità alla cultura, alla formazione e all’educazione, in particolare delle giovani generazioni ma non solo, per cambiare passo in maniera strutturale e non episodica. Se stretta ci deve essere, chiediamo al governo un investimento prioritario e netto sulla formazione degli operatori, su campagne di sensibilizzazione, sul lavoro di tutte le agenzie educative che possono diffondere una cultura davvero paritaria e scevra da stereotipi e pregiudizi, a partire dalle scuole, dalle università e dalle famiglie, anche attraverso il supporto dei Comuni e degli assistenti sociali. Certo, bisogna velocizzare l’esame dei ddl del governo e delle forze di maggioranza e di opposizione per potenziare il ricorso alle misure per prevenire la violenza e per proteggere di più e meglio le potenziali vittime, a partire dalle misure cautelari e dal braccialetto elettronico per gli uomini violenti. Ma se vogliamo che le donne vengano credute, ascoltate, accolte e protette quando denunciano, se vogliamo che avvenga in tempi utili una corretta valutazione del rischio che corrono, e soprattutto se vogliamo che siano sempre meno a vivere esperienze drammatiche di questo tipo, servono risorse e investimenti senza precedenti in un cambio di cultura e di approccio”.


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