“Dopo lo stupro di Palermo, quello del Parco Verde di Caivano, dove nel 2014 venne violentata e uccisa la piccola Fortuna. Una violenza brutale e inaccettabile, ancor di più perché commessa da giovanissimi: ancora un gruppo di ragazzi accanito verso delle coetanee. Non sono episodi isolati e imprevedibili. Si tratta del prodotto di una violenza maschile contro le donne che esprime una precisa cultura: quella della sopraffazione e del dominio con cui tanti uomini e ragazzi sentono il bisogno di affermare se stessi nei confronti di donne e ragazze, soprattutto se praticano spazi di libertà e autonomia. In questo caso, come a Palermo, colpisce poi l’intreccio tra disagio sociale e retroterra culturale. Nessun automatismo sia chiaro, ma si impone la necessità di una riflessione su come investire di più e meglio in questi quartieri che, troppo spesso, rischiano di diventare ghetti, dominati da subcultura e modelli sbagliati imposti anche da forze criminali che ambiscono a controllare il territorio. Si tratta di ripensare le scelte urbanistiche e di edilizia popolare fino ad arrivare ad interventi sociali ed educativi, spesso troppo fragili o lasciati alla buona volontà del volontariato. Nel caso di Caivano, va però osservato un particolare aspetto che desta preoccupazione. Serve la mano ferma dello Stato verso i responsabili, ma anche investimenti economici, sociali e culturali per affermare nuovi modelli di crescita e convivenza oltre che di opportunità. Sembra quasi una resa, perciò, la scelta di allontanare le due ragazze vittime da quella che è una comunità che andrebbe invece sostenuta. Sono i ragazzi a dover essere allontanati ed è lo Stato a dover tornare ad affermare la propria autorità in quel quartiere prima che siano, ancora una volta, i poteri crinali a farlo. Ad una certa politica, che propone la castrazione chimica o pensa a scaricare la colpa sulle autorità locali, ricordiamo il dovere della responsabilità rispetto a fenomeni così drammatici, a cui non si può rispondere con misure populiste sbagliate e inefficaci, quando invece servirebbe l’impegno di tutti per favorire una rivoluzione culturale, educativa e sociale”. Lo affermano in una nota la senatrice del Pd Valeria Valente e il deputato del Pd Marco Sarracino.


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