“I dati dell’Istat ci consegnano oggi una fotografia chiara della violenza contro le donne: è soprattutto di natura fisica, riguarda donne di tutte le età ma oggi più che nel passato anche ragazze molto giovani, nel corso della pandemia abbiamo assistito a un’impennata tra le mura domestiche. Si tratta in gran parte della preziosa conferma di quanto avevamo appurato attraverso l’indagine della Commissione di inchiesta sul femminicidio. Come allora, quel che emerge è che la rete di sostegno e assistenza funziona e ha retto anche nel corso dell’emergenza. Aumentano le denunce, grazie ai nuovi canali, come il numero antiviolenza. Non dobbiamo dunque arrenderci, ma proseguire questa aspra battaglia di consapevolezza e di civiltà, sostenendo i centri antiviolenza, le case rifugio, numeri e punti per denunciare, tutto l’anno e a regime”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere, che prosegue: “Uno dei dati più interessanti riguarda il boom di chiamate intorno al 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Vuol dire che incoraggiare le donne a denunciare, anche con campagne di sensibilizzazione, funziona. E’ per questo che servono più risorse ad hoc e per la rete antiviolenza. Deve invece preoccupare l’aumento della violenza in casa, soprattutto dai familiari, ai danni sia delle giovanissime che delle donne più adulte. Anche questa è una conferma: le restrizioni da Covid hanno peggiorato la situazione di un fenomeno che riguarda soprattutto le relazioni famigliari. E su queste si influisce con la cultura e sostenendo l’autonomia femminile, anche attraverso l’occupazione”.


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