“Il decreto Ong segna un preoccupante e significativo arretramento in materia di diritti umani e colloca l’Italia in una posizione difficile nei confronti della comunità internazionale. La civiltà umana prescrive che si soccorra in mare chi è in difficoltà e lo si conduca nel porto più vicino. Punto. Questo governo ha reso impossibile rispettare questo elementare principio”. Lo ha detto in Aula la senatrice del Pd Valeria Valente, che ha aggiunto: “In particolare, la Convenzione di Istanbul dispone agli articoli 60 e 61 il divieto di respingimento delle donne vittime di violenza e l’obbligo di sviluppare strumenti di accoglienza sensibili al genere. Questo decreto dispone invece che a bordo delle navi delle Ong si raccolgano obbligatoriamente dati utili alla successiva richiesta di asilo, una norma sbagliata, che viola il diritto dell’Ue e affida compiti delicatissimi a persone non formate per svolgerli, mettendo a rischio l’effettività del diritto di asilo. Le donne fuggono dalla violenza sessuale e sono vittime di violenza lungo il percorso, la migrazione accresce la loro condizione di vulnerabilità e gli strumenti di accoglienza dovrebbero considerare questo aspetto. Il decreto Ong è invece cieco”. 


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