«Il caso di Ornella dimostra che le violenze contro le donne sembrano davvero non conoscere alcuna battuta d`arresto. Continuano a essere tantissime le donne ammazzate e ancora di più sono quelle che subiscono qualche forma di violenza. I dati e i numeri sono in costante crescita anche se cresce pure la propensione a denunciare». Valeria Valente, senatrice del Pd, è presidente della Commissione d`inchiesta sul Femminicidio. Da anni in prima linea contro questo fenomeno.

L`uccisione di Ornella è l`ennesimo caso, senatrice perché non si riesce a fermare questa scia di sangue?

«Da tempo abbiamo inasprito le pene e varato molte norme per proteggere di più le donne. Quello su cui ora dovremmo puntare è la professionalità di chi è chiamato a interpretarle e applicarle e la capacità di noi tutti di abbattere stereotipi e pregiudizi sessisti che spingono a giustificare sempre in qualche modo gli uomini e colpevolizzare la donna».
Lo scorso 8 marzo il presidente Draghi ha incontrato la Commissione che presiede. Avete messo in cantiere dei progetti?

«Intanto abbiamo trovato un presidente del consiglio e un uomo molto attento e sensibile al tema. Gli abbiamo raccontato il lavoro della Commissione ma abbiamo anche condiviso un approccio culturale per lavorare nei prossimi mesi. Perseguire questi reati con impegno ancora maggiore, ma anche un più efficace utilizzo di tutte le misure di protezione varate per le donne: dall`allontanamento dell`uomo maltrattante dalla casa dove risiede la donna a quelle del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati abitualmente dalla donna anche con un maggiore utilizzo del braccialetto elettronico. A questo abbiamo aggiunto infine la richiesta di un sostegno più adeguato ai centri antiviolenza e alle case rifugio ma anche una maggiore attenzione ai percorsi di rieducazione degli uomini».

Solo qualche settimana fa abbiamo intervistato la madre di Irina, la 39enne uccisa di botte dal marito. Lui è a piede libero in casa con la suocera e con i tre figli. Ma come è possibile?

«Non parlo della vicenda specifica, mi sento di dire che il codice rosso varato nell`agosto del 2019 ha posto l`accento sulla velocità nella fase di avvio dei processo. La scommessa ora è quella di accelerare ancora di più i tempi per la conclusione degli stessi valutando in corso d`opera un maggiore e più efficace utilizzo delle misure cautelari».

In compenso sembrano funzionare i sussidi peri figli che restano orfani di una mamma ammazzata e di un papà in galera per cui tanto si era battuta. Il problema è che così lo Stato sembra arrivare sempre dopo, non trova?

«E’ stata una battaglia giocata e vinta insieme a tante donne dentro e fuori dalle istituzioni. L`Italia oggi dispone di un quadro normativo che giudicherei soddisfacente. Compreso quello sugli orfani per cui forse andrebbero solo alleggerite e semplificate procedure burocratiche. Si deve comunque fare di più».

Come?

«Il tema sarebbe al massimo quello di sistemare le tante norme varate in questi anni in un testo unico della materia. Ma la scommessa vera per un reale cambio di passo resta quella culturale. La violenza è l`espressione di uno squilibrio ancora molto forte esistente nella relazione di potere tra un uomo e una donna, un fenomeno strutturale culturale e sociale che fatica a morire».

Come si cambia?

«Una violenza non arriva all`improvviso e quindi se si leggono e interpretano tempestivamente i primi segnali o campanelli d`allarme si può intervenire tempestivamente per bloccare l`escalation. Quante volte, ad esempio, ci sono vicini di casa che ascoltano passivamente urla e litigi provenienti dalla porta accanto e non denunciano? Poi quando succedono le tragedie ce ne accorgiamo sempre dopo, ma tutti già sapevano».


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