“Desta preoccupazione e sconcerto la decisione della Corte d’Assise di Venezia di non ammettere la costituzione di parte civile delle associazioni femministe nel processo contro Turetta. Farlo, poi, sostenendo che questo non è il processo contro i femminicidi ma contro Filippo Turetta rischia di generare, oltre che un grande frainteso, un pericoloso passo indietro su come per fortuna siamo arrivati a inquadrare e leggere il fenomeno della violenza maschile contro le donne. Certo, la responsabilità penale è sempre personale e di questo risponderà eventualmente l’imputato. Ma non ammettere che dal suo comportamento è derivato un danno anche a un bene giuridico generale rispetto a cui vi è un interesse condiviso da parte delle associazioni femministe, rischia di farci fare un grave passo indietro rispetto a una prassi giuridica che nel nostro Paese riconosce la violenza contro le donne come un fenomeno pubblico e non privato. Nel caso specifico, il bene giuridico offeso è certamente la vita di Giulia Cecchettin, ma il suo femminicidio è, in quanto tale, anche un crimine contro l’umanità e contro i diritti delle donne e quindi le associazioni femministe hanno pieno titolo in quanto soggetto danneggiato dall’azione del reo”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, componente della Bicamerale femminicidio. “E’ per questo che storicamente nei processi per violenza maschile – prosegue Valente – è stata ammessa la costituzione di parte civile delle associazioni femministe che difendono questi diritti. E’ ciò che avviene anche nel caso dei processo contro i mafiosi: pur essendo imputate singole persone, vengono ammesse quali parti civili le associazioni e gli enti locali, perché la mafia sfregia gli interessi generali delle comunità locali. Infine, il procuratore sostiene di non volere il clamore mediatico: è un principio che condividiamo e che la costituzione di parte civile delle associazioni femministe non inficia certo. Mai vorremmo che un processo per femminicidio divenisse un palcoscenico, o peggio un fatto di cronaca rosa o nera, cosa che a dire il vero proviamo a respingere e combattere da tempo”.


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