“Il metodo è sempre lo stesso. Il Ministro dell’interno Salvini posta un commento contro una donna, sia questa Maria Elena Boschi o Carola Rackete o chiunque altra manifesti il suo dissenso personale, scatenandole addosso la gogna mediatica: si dissoci e condanni senza mezzi termini questo linguaggio sessista e maschilista di odio che segue le sue iniziative sui social. Non c’è codice rosso che tenga se non si condannano questi linguaggi e se ne prendono immediatamente le distanze, sia che ad essere insultata sia Giorgia Meloni o chiunque altra: non può mai essere che simili comportamenti siano derubricati a “linguaggi coloriti”. È esattamente questo atteggiamento da alzata di spalle che ci rende complici e indiretti sostenitori di una subcultura nella quale, non ci stancheremo mai di ripeterlo, cresce e si alimenta la violenza maschile sulle donne. Purtroppo non stupisce che a un nostro emendamento specifico al Codice Rosso per costruire la diretta punibilità di questo tipo di comportamento siano giunti dai banchi della maggioranza e del governo solo silenzio e indifferenza”, così in una nota la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della commissione parlamentare di inchiesta per il Femminicidio.
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