“Nonostante risultati postivi come quelli di Brindisi, Ancona o Teramo, la giornata dei ballottaggi ci restituisce una comunità democratica
ancora in affanno, ma indica anche la strada che dobbiamo percorrere per cambiare e costruire un’alternativa concreta al sovranismo di governo” afferma Valeria Valente senatrice e vicepresidente del gruppo Pd a Palazzo Madama.
“I risultati segnalano come l’alleanza tra Lega e 5 stelle si stia saldando anche sui territori. Una saldatura a trazione leghista: il partito di Salvini domina l’agenda del governo nazionale, e conquista voti nelle città anche tra gli elettori del movimento. L’ M5S, insomma, sta venendo pian piano assimilato all’area del centrodestra: la sua principale caratteristica, l’essere cioè forza antisistema, non basta più a garantirgli consenso, e infatti in comuni dove governano come Ragusa e Roma conoscono pesanti sconfitte.
Si afferma invece la Lega. Una destra sovranista e autoritaria, che costruisce il proprio consenso alimentando paure e conflitti sociali. Una tendenza perfettamente in linea con quanto accade al di fuori dei nostri confini – dagli Stati Uniti di Trump all’Austria di Kurz, fino alla Turchia di Erdogan – che non può lasciarci distanti o indifferenti, ma rispetto alla quale dobbiamo mostrarci preparati.
Lo spazio c’è. La saldatura elettorale tra Lega e 5 Stelle permette loro di vincere ai ballottaggi, ma non di recuperare consenso dall’astensione, che invece continua a registrare numeri crescenti. Tanti elettori delusi, disorientati, che non vedono reali alternative, e ai quali noi siamo chiamati a dare risposte credibili.
L’unica strada davvero percorribile per il PD è recuperare identità e al contempo radicalità nelle proprie idee e convinzioni. Una radicalità che non può e non deve significare estremismo o massimalismo. Né il ritorno ai tradizionali recinti storici della sinistra. Ma che vuol dire essere orgogliosamente forza riformista, radicale e coraggiosa, di rottura dei meccanismi di potere e degli schemi precostituiti.
Una forza in grado di recuperare un tratto autenticamente popolare, e di ribaltare la percezione di distanza dagli elettori. Dalla parte dei più deboli, che vivono ogni giorno difficoltà e disagi, e che tornino sentire un partito vicino sui temi del lavoro, dei trasporti pubblici, delle periferie. In un impianto che probabilmente tornerà ad essere bipolare, ci vuole un PD forte, perno dello schieramento progressista.
Per recuperare un nostro profilo in piena e totale autonomia dobbiamo innanzitutto evitare di rincorrere la propaganda del governo, finendo
spesso per far loro da cassa di risonanza, di aiutarli a rendere virali, anche sui social, i loro messaggi di divisione e intolleranza. Dobbiamo piuttosto incalzarli, partendo da una visione dell’Italia che sia diversa e di lungo respiro.
Non è facile. Per costruire una piattaforma alternativa ci vuole tempo, fatica e studio. Le menti le abbiamo, ci vuole solo determinazione e costanza” conclude Valente.


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