“Oggi avviamo una discussione dopo la battaglia condotta in commissione e in aula contro l’autonomia differenziata e il premierato. Vogliamo avviare una riflessione non solo sul prezzo maggiore che pagheranno le donne, ma vogliamo costruire un punto di vista da offrire, attraverso il pensiero femminista, non solo per la critica ma anche per la proposta alternativa”. Lo ha detto la senatrice del Pd Valeria Valente nel corso del convegno “Premierato e autonomia quale prezzo per le donne?” da lei promosso oggi a Palazzo Madama, con il gruppo del Pd .“ Queste riforme della destra – ha proseguito Valente – minano la coesione sociale e i principi di solidarietà, uguaglianza e pari opportunità, intaccano la qualità della democrazia e ledono la partecipazione, anche con un’eterogenesi dei fini. La pratica e l’elaborazione femminista, se ne facciano una ragione i critici, hanno segnato il Novecento. Il metodo femminista parte dal riconoscimento e dalla legittimazione dell’altro da sé. Per quanto riguarda l’autonomia differenziata, guardando alla concretezza della vita delle donne, va detto che se guardiamo per esempio al diritto alla salute e all’occupazione la libertà di scelta delle donne la si garantisce soltanto sostenendo la rete dei consultori, e mettendo più risorse sui servizi come gli asili nido e il tempo pieno. Servono quindi meno chiacchiere, meno pagliacciate e più concretezza. Per quanto riguarda il premierato, la destra dice di volerlo per garantire governabilità, stabilità, partecipazione. É un tema oggettivo che la democrazia é in crisi, il dato dell’astensionismo ci inchioda: le donne in numero più alto degli uomini si astengono. Vogliamo riflettere: non vogliono partecipare e cimentarsi con la cosa pubblica o la sfera pubblica é costruita a misura di uomini, non é neutra, ed é quindi respingente? Le donne sentono la politica distante dalla loro vita quotidiana e fanno un passo indietro. Qual è la risposta di questa destra? É la più distante dal pensiero femminista: verticalizza l’azione del potere, centralizzandolo nell’uomo o nella donna sola comando. E come viene scelto il Premier? Dove é finito l’articolo 49 della Costituzione e il suo metodo trasparente e democratico? Per il premierato della destra una ristretta minoranza può arrivare a scegliere tutte le istituzioni. Eppure, come ci insegna il femminismo, non c’é legittimazione popolare senza coscienza del limite. Invece con questo premierato siamo di fronte all’io che si identifica con il tutto”.
Valente: premierato lontano da coscienza del limite – “A proposito della coscienza del limite a cui ha fatto riferimento il presidente Mattarella siamo lontani anni luce con la riforma del premierato”. “Vogliamo avviare suggestioni dialogando con le donne del paese spiegando perche’ queste riforme penalizzano le donne e offrire un punto di vista femminile a chi deve costruire una proposta alternativa. In questi mesi in Commissione affari costituzionali abbiamo fatto del nostro meglio. Le riforme del governo Meloni minano la questione sociale e il principio di sussidiarieta’, ma soprattutto intaccano la qualita’ della democrazia e della partecipazione”, spiega ancora la senatrice dem. “Il pensiero femminista ha segnato il Novecento, e’ un dato di fatto. Non lo ha segnato solo cambiando la vita delle persone. La maggioranza dice che l’autonomia garantisce maggiore efficacia al ruolo delle Regioni. Se guardiamo al diritto alla salute delle donne, la liberta’ di scelta sulla maternita’ la garantiamo solamente con la legge 194, sostenendo la rete dei consultori e non chiedendo ai consultori di fare entrare chi mette in discussione quella scelta. Se smantelliamo la sanita’ pubblica, verra’ meno anche il ruolo dei consultori. Vorremo rigore e serieta’, perche’ le donne sono rigore e serieta’. Sul premierato ha un altro obiettivo secondo la destra. Come si fa a dire che il tema della partecipazione non e’ una questione oggettiva? I dati dell’astensionismo ci inchiodano. Le donne non partecipano o la dimensione della sfera pubblica e’ una dimensione a misura di uomini ed e’ respingente per gli uomini? La gestione della cosa pubblica non e’ neutra, e’ respingente”, sottolinea Valente.
Valente: contrastiamo le riforme con prospettiva femminista ‘Premierato lontano da coscienza del limite espressa dal Colle’ “Vorrei rivolgere questa discussione di oggi agli uomini. Dialogando con le donne del Paese e attingendo dal pensiero femminista, vorremmo offrire un punto di vista a chi dovrà contrastare queste riforme e dare un’alternativa al Paese. Sono riforme che minano la questione sociale, intaccano la qualità della democrazia e della partecipazione, e danneggiano le donne”. “A proposito della coscienza del limite a cui ha fatto riferimento il presidente Mattarella – ha aggiunto – siamo lontani anni luce con la riforma del Premierato”.