“Maturare la consapevolezza che la violenza contro le donne non è un fenomeno emergenziale ma strutturale, pubblico e non privato, mai un raptus ma un fenomeno che si annida nella relazione di potere ancora asimmetrica, sperequata, tra uomini e donne. Accettare che i femminicidi sono il prodotto estremo di una cultura che produce stereotipi e pregiudizi sessisti e che facciamo fatica a cambiare. Oggi la vera sfida per combattere la violenza maschile contro le donne è riconoscerla in tempo, per quello che è davvero, per evitare l’escalation e l’epilogo del femminicidio. E’ questo ciò che emerge da 4 anni di inchiesta parlamentare”. Lo ha detto la senatrice del Pd Valeria Valente, Componente della commissione Affari costituzionali e già presidente della Commissione Femminicidio del Senato a Radio1 PingPong, che da oggi ha avviato una campagna nazionale di sensibilizzazione per combattere la violenza contro le donne. “Oggi le leggi ci sono – ha proseguito Valeria Valente – ma le leggi camminano sulle gambe delle donne e degli uomini, devono essere interpretate da magistrati, avvocati, ufficiali di Polizia giudiziaria. La violenza va riconosciuta in tempo, il prima possibile. E non solo: deve cambiare il contesto culturale in cui tutti siamo immersi e che è denso di stereotipi e pregiudizi sessisti. Così come è accaduto per la mafia negli anni Novanta, la mentalità patriarcale, misogina, va combattuta a tutti i livelli. La società deve schierarsi dalla parte delle vittime della violenza maschile e del femminicidio, senza se e senza ma, e smetterla di colpevolizzare le donne e giustificare gli uomini, cosa che oggi accade troppo spesso”.
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