“Parto da alcuni dati. Ieri l’Onu ha detto che nell’ultimo anno, a causa delle guerre, la violenza contro le donne nel mondo è aumentata del 50%, l’Istat ha chiarito che i femminicidi sono in diminuzione ma è in aumento la violenza e che le donne sono più propense a sentirsi a rischio, mentre come Commissione Femminicidio del Senato abbiamo rilevato che il 63% delle donne vittime di femminicidio non aveva confidato il suo calvario neanche ad un’amica. Questa è la realtà che abbiamo di fronte e sulla quale le forze politiche non dovrebbero dividersi. Spiace invece constatare che non siamo riusciti ad approvare, il 25 novembre in Aula, come avremmo voluto e all’unanimità, il reato di molestie sessuali con l’aggravante dei luoghi di studio e di lavoro a causa della Lega che si è messa di traverso. Noi speriamo ancora che si possano costruire convergenze in Parlamento, anche sulla legge sul consenso e su quella sull’educazione all’affettività”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente.
“Il 416 bis – ha proseguito Valente – è servito anche per far capire cos’è la mafia, il diritto penale può anche fare cultura. In analogia, penso che per incidere su quella cultura del patriarcato che genera violenza e femminicidio forse sia arrivato il momento di riflettere se introdurre il termine ‘femminicidio’ nel Codice penale, mentre ora è un’aggravante dell’omicidio”.