“Un uomo violento non può essere un buon padre, lo abbiamo scritto chiaramente nelle relazioni della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio, lo stabilisce la Convenzione di Istanbul. Se, come sembra, il motivo per cui si è protetta poco Lidia Miljkovic è per privilegiare i rapporti del marito Zlatan Vasiljevic con i figli, è stato fatto un grandissimo errore. Se gli si è concesso uno sconto di pena e la sospensione della pena con conseguente sospensione anche delle misure cautelari perché era stato ritenuto un uomo ormai recuperato è stato fatto un altro errore, anche perché nel frattempo malmenava anche la nuova compagna Gabriela Serrano. Serve formazione per riconoscere la violenza e la pericolosità del soggetto deve guidare tutti gli operatori”. Lo ha detto a Sky Line la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione femminicidio. “Sembra che quest’individuo dal passato violento – ha proseguito Valente – avesse subìto una prima condanna inferiore ai 2 anni, accompagnata da misure cautelari fino a quando la pena è stata poi diminuita e sospesa dalla Corte d’appello, anche perché riabilitato da dipendenze e perché aveva un’attestazione di aver frequentato un corso per recupero uomini maltrattanti. Come Commissione Femminicidio abbiamo svolto un’indagine sul recupero degli uomini maltrattanti – ha proseguito Valente – non si tratta di uomini malati, ma di uomini che gestiscono le relazioni con l’altro sesso nei termini della cultura del dominio, della proprietà, della sopraffazione, della violenza. Il recupero va valutato, tenendo sempre in primo piano la pericolosità del soggetto. Dovremmo studiare le carte, ma nel caso di Vicenza sono stati fatti, a mio avviso, almeno nella fase di appello, grandissimi errori di valutazione. Solo formazione ed esperienza specifica possono salvarci da un giudizio benevolo affrettato che può costare la vita alle donne”.

 


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