“Giulia Cecchettin è l’ennesima vittima di femminicidio, dall’inizio dell’anno sono ben più di cento secondo i dati del Viminale le donne morte per mano di un uomo. E noi donne non abbiamo più lacrime ma non possiamo arrenderci. E allora? Allora cosa fare ancora? In questa giornata così terribile, in cui siamo vicine alla famiglia di Giulia, agli uomini dico: venite allo scoperto, tutti. Assumetevi la responsabilità di dire: anche io, anche io sono coinvolto e devo combattere la violenza contro le donne; anche io ho commesso violenza”. Lo scrive su Facebook la senatrice del Pd Valeria Valente. “Perché la cultura in cui siamo immersi, di cui certo il femminicidio è la punta dell’iceberg, l’epilogo più tragico e per fortuna non scontato – prosegue Valente – la cultura delle botte e della violenza è in realtà la stessa secondo la quale in fondo un uomo vale più di una donna. La cultura maschilista e patriarcale in cui siamo tutti immersi, uomini e donne, ha molte facce, ma è sempre la stessa: è quella per cui è normale che un uomo guadagni più di una donna, faccia carriera più di una donna, possa dire impunemente alla collega o alla sottoposta ‘sta zitta’ oppure ‘hai un bel culo’. La stessa per cui se hai bevuto e poi vai a una festa e lì ti violentano, ‘te la sei cercata’. E’ la stessa per cui delle lavatrici, dei bambini, della spesa e dei genitori anziani si deve occupare lei, dopo il lavoro. La stessa per cui il capo è maschio, la segretaria è femmina e sul libro di lettura la mamma stira, il papà legge il giornale. Quindi, tutti, anche gli uomini perbene, sono un po’ responsabili. Certo non tutti violenti, ci mancherebbe, e men che mai femminicidi, ma responsabili sì. Perché è una cultura che ai maschi conviene: hanno vita più facile, oltre che nella quotidianità, anche nelle aziende e in tutte le organizzazioni. Le donne sono abituate a farcela ‘nonostante’. Ecco: ora a dire basta che siano gli uomini. E’ arrivato il momento”.


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