‘In un Paese la cui costituzione si fonda sui principi e i valori dell’antifascismo e della Resistenza, il nostro Parlamento ha il dovere, soprattutto in questa fase di recrudescenza dei fenomeni di discriminazione, di affermare ciò che non è possibile accettare in una comunità di persone libere, basata sul rispetto reciproco. La negazione della Shoah non è una forma di revisionismo storico, è invece una forma piuttosto subdola di propaganda ideologica basata sull’odio e come tale deve essere considerata e trattata’. Lo afferma la senatrice del Pd Daniela Valentini, intervenendo in aula sul ddl Negazionismo.

‘Vorrei subito sgombrare il campo da possibili fraintendimenti: hanno ragione gli storici che in questi giorni hanno ricordato come il Parlamento non possa assumersi il compito di dire cosa sia storicamente provato. Io sono con loro – continua Valentini – e lo sono anche quando affermano che la migliore risposta al negazionismo sia la diffusione di una cultura della responsabilità e della conoscenza. Non c’è migliore risposta a chi nega la realtà dei crimini contro l’umanità e della Shoah di un buon libro o di una buona lezione di storia in grado di smontare, soprattutto di fronte ai giovani, quel castello di menzogne. Ma credo che questa legge sia importante anche per il rispetto e la riconoscenza che dobbiamo alle vittime e ai testimoni dell’Olocausto. So bene, infatti, come questi ultimi siano preoccupati dal pensiero che quando un domani non potranno più testimoniare ai giovani il ricordo di ciò che è stato, possano diffondersi con ancora più veemenza le tesi revisioniste o negazioniste. Questa legge la dobbiamo anche a loro’.

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