“Voglio ricordare Emmanuel Chidi Namdi, ucciso a Fermo in una vile, infame, aggressione razzista. Voglio ricordare questo assassinio in quest’Aula perché per sconfiggere il razzismo bisogna prima di tutto parlarne. Il razzismo pervade le nostre società, figlio dell’alfabeto della paura e dell’odio. E l’episodio di Fermo non è purtroppo isolato”. Lo ha detto in Aula il senatore del Pd Francesco Verducci, eletto a Fermo.
“La storia di vita di Emmanuel e di sua moglie Chinyery – ha proseguito Verducci – merita di essere ricordata. Per mettere in salvo il loro amore erano fuggiti mesi fa dalla Nigeria infestata da Boko Aram, erano arrivati in Libia e poi su un gommone a Lampedusa, dopo che lei, incinta, aveva perso nella terribile traversata il loro bambino. A Fermo erano stati accolti dalla comunità di Capodarco, si erano sposati, avevano ricominciato una nuova vita che è stata interrotta drammaticamente con una violenza inaudita. L’aggressione che è avvenuta chiama in causa tutti quanti noi, innanzitutto chi ha responsabilità politiche e istituzionali. Troppo spesso facciamo finta di non vedere: quanti i casi di femminicidio nel nostro Paese? Di aggressione contro gli omosessuali e a sfondo razzista? E’ vero, ieri la comunità fermana ha reagito, ma questo ancora non basta di fronte ad un fatto del genere non bastano i soliti riti. Come successe nel 1989 dopo l’assassinio di Villa Literno, quando ci fu una reazione unita della comunità italiana e di tutte le forze politiche, ora serve mobilitarci tutti, far vivere concretamente e non solo a chiacchiere quei valori della nostra Costituzione che qui dentro diciamo di voler difendere”.


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