“In Italia chi non può permettersi almeno 10 anni di precariato viene espulso dalla carriera universitaria e la colpa non è delle inadempienze dei ricercatori ma di un sistema fondato strutturalmente sul precariato. Noi quel sistema lo abbiamo cambiato, cancellando la tipologia dell’assegno di ricerca -precario e precarizzante- e introducendo il contratto di ricerca e il ricercatore in tenure che sono un grande avanzamento sul terreno dei diritti e della retribuzione”. Lo ha detto in aula il senatore del Pd Francesco Verducci, che ha aggiunto: “Invece il Governo Meloni in questi due anni ha impedito in ogni modo l’attuazione di questa riforma, non finanziandola e ostacolando la trattativa all’Aran. Anzi si appresta adesso ad una controriforma in piena regola, con l’introduzione di una nuova selva di contrattini ultra-leggeri e ultra-precari che allungheranno all’infinito il precariato, rendendo il sistema meno attrattivo e meno competitivo. A questo – ha detto ancora il senatore – si aggiungono i tagli denunciati dai rettori che mettono a rischio la sopravvivenza stessa dell’università pubblica e quelli che arriveranno in legge di bilancio. L’attacco frontale della destra all’università è contro il Paese e contro le nuove generazioni. Come nel 2009-2010, quando tagli feroci impedirono ai ragazzi delle famiglie più deboli di continuare gli studi, anche in questo tornante la destra – ha concluso Verducci – svela il suo volto: un’idea di università regressiva, chiusa ad interi territori e fasce
sociali”.