“Abbiamo depositato oggi un emendamento al
decreto-legge 36 di attuazione del PNRR che è un fondamentale
punto di svolta per il settore e per l’intero sistema-Paese. Una
riforma radicale e lungamente attesa. L’emendamento, frutto di un
lavoro parlamentare di oltre due anni, cui hanno contribuito
tutte le forze di maggioranza e per il quale va un grande
ringraziamento alla Ministra Maria Cristina Messa, recepisce i
punti più avanzati del Ddl sulla riforma del pre ruolo
universitario così come in discussione in Senato. Prende forma,
finalmente, la cancellazione dell’assegno di ricerca, che in
questi anni è stato utilizzato in modo abnorme provocando una
gravissima precarizzazione che ha colpito i giovani ricercatori
italiani. Al suo posto, un vero contratto di ricerca post-doc –
con tutte le tutele del lavoro subordinato – della durata minima
di due anni: è infatti fondamentale garantire tempo e continuità
adeguati alla ricerca e le vicende vissute con la pandemia da
Covid-19 lo dimostrano ulteriormente. Questo è un cambiamento
fondamentale”. Così il senatore Francesco Verducci, relatore del
Ddl sul reclutamento universitario, vice Presidente della
Commissione Cultura e Istruzione del Senato.
“L’emendamento – aggiunge – unifica le due figure di
ricercatore a tempo determinato presenti nell’attuale ordinamento
(i cosiddetti A e B) in un unico ruolo in tenure track: ciò
significa che alla fine del percorso, il ricercatore che ha
ottenuto l’abilitazione scientifica passa al ruolo di professore
associato. Questa la strada per dare al sistema universitario e
della ricerca italiano un forte rinnovamento e una iniezione di
giovani capaci e talentuosi. Queste innovazioni sono accompagnate
da una solida disciplina transitoria volta a tutelare chi, in
questi anni, ha sopportato il peso della precarietà e supportato
l’università italiana con la qualità del proprio lavoro”.
“Una ulteriore novità – conclude Verducci – è rappresentata
dall’introduzione, anche nelle università (poiché già presenti
negli enti pubblici di ricerca) della figura del tecnologo a
tempo indeterminato, fondamentale per dare supporto in termini di
progettazione, gestione e coordinamento alle attività di ricerca.
Università e ricerca sono il fulcro di un nuovo modello di
sviluppo. Investire nel capitale umano è la strategia decisiva
per avere un Paese più forte e coeso, più benessere e meno
diseguaglianze. Con queste nuove norme, si potrà fare ricerca in
Italia con più certezze, tutele e stabilità. Esse segnano un
risultato fondamentale, uno spartiacque per l’università e la
ricerca in Italia. Marcano un punto di cambiamento fondamentale,
e danno grande valore aggiunto alle riforme del PNRR e agli
investimenti del Next Generation UE».