“Il decreto legislativo del governo sull’indennità di discontinuità è
molto grave perché tradisce completamente lo spirito originario della riforma
che era stata approvata nella scorsa legislatura. L’intento era fare
dell’indennità il perno di un welfare universale e invece il governo fa un
rovesciamento di fronte cancellando di fatto tutta la parte che riguarda la
previdenza e riducendo il provvedimento a un sostegno al reddito. Sostegno, tra
l’altro, infinitesimale perché saranno utilizzati dei criteri che restringono
la platea dei destinatari dalle 300.000 mila persone iscritte al fondo
pensionistico, a sole 20.000”. Così ad AgenziaCULT il senatore Francesco
Verducci (Pd) commenta il via libera dalle commissioni riunite Cultura e Lavoro
del Senato al decreto legislativo, approvato in via preliminare dal Consiglio
dei ministri lo scorso 28 agosto, per il riordino e la revisione degli
ammortizzatori e delle indennità e per l’introduzione di un’indennità di
discontinuità in favore dei lavoratori del settore dello spettacolo.
“Non è un caso che tutte le associazioni di settore, che sono in audizione
alla Camera, hanno chiesto il ritiro del decreto perché è un insulto alla
riforma dello spettacolo del 2022. Al dlgs di oggi abbiamo votato contro e in
legge di Bilancio proveremo a riaprire il tema”, sottolinea Verducci che
aggiunge: “Altra cosa preoccupante è che erano stati messi 100 milioni
sull’indennità di discontinuità, con un lavoro fatto tutti insieme, e ora
questa somma è scomparsa, così come denunciato nel corso delle audizioni a
Montecitorio. Il decreto del governo, insomma, si regge con i soli 40 milioni
varati nella scorsa legislatura. E questo è molto grave”, conclude il
senatore


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