«La pandemia ha allargato le diseguaglianze che c’erano prima e ne ha create di nuove, aumentando le fratture sociali. Non bastano misure tampone o emergenziali. Serve una nuova stagione di diritti e di riconoscimento. Ci sono oggi troppi lavoratori invisibili; penso agli autonomi e agli intermittenti. Servono diritti per costruire sviluppo. Next Generation EU dovrà essere l’occasione per rilanciare il diritto allo studio come motore di un nuovo modello di sviluppo perché ancora oggi è il più formidabile strumento di emancipazione in un Paese come il nostro dove c’è un tasso insopportabile di abbandono e di dispersione scolastica, che colpisce soprattutto i bambini più svantaggiati, dove è troppo basso il numero degli immatricolati all’università, dei laureati e dei ricercatori. Serve aumentare il numero delle borse di studio, allargare la no tax area, rafforzare il welfare studentesco. In Italia chi insegna a scuola o fa ricerca in università o negli enti pubblici è mortificato da un precariato insostenibile che è nemico della qualità dell’insegnamento e della qualità della ricerca, dei bisogni degli studenti. Sconfiggere il precariato è il primo passo per tornare a valorizzare insegnanti e ricercatori che sono una potenza civile indispensabile per il nostro Paese. Investire in istruzione, università e ricerca pubblica non è una battaglia di settore o di categoria, ma una grande sfida per il ruolo dell’Italia nel mondo.», così il senatore PD Francesco Verducci, vicepresidente della commissione cultura e istruzione, nel suo intervento in Aula nella discussione sul Piano nazionale di ripresa e resilienza.


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