“Non sono favorevole ad un eventuale
cambiamento del nome del Pd. Se pensiamo al Lingotto, figlio
dell’Ulivo, c’era già tutto della nostra identità: la fabbrica, il
lavoro, le lotte operaie, l’impresa. E l’innovazione e la formazione,
con il Politecnico. Nella cornice di una città particolare come
Torino, dove sono nati o sono vissuti Gramsci, Gobetti, Bobbio, Franco
Antonicelli. Ecco per me partito democratico racchiude lavoro,
impresa, saperi, ambiente, parità di genere, pace, difesa di beni
comuni. In quelle due parole c’è già tutto”. Così Walter Verini,
senatore e tesoriere del Pd nel corso del filo diretto con gli
ascoltatori di Radio Immagina, la web radio dem.
”Credo piuttosto che il Pd vada riallineato alla vita quotidiana
delle porsone – ha aggiunto Verini -. Mi piacerebbe che dai circoli,
alle unioni comunali, alle federazioni regionali, fino al partito
centrale, i nostri dirigenti si occupassero di quello che succede
intorno a noi, occupandosi degli altri e non di noi stessi. Prendiamo
a esempio lo straordinario fenomeno del volontariato che coinvolge in
Italia sette milioni di persone e diamo risposte come partito nei
comuni, nelle regioni, in parlamento a quei bisogni”.

“Il fatto che anche quest’anno oltre 450 mila cittadini, gli iscritti sono molti di meno, abbiano scelto di
dare il 2 per mille al Pd significa che c’è un mondo che guarda a noi,
che ci crede. Apriamo allora le finestre, come si dice con una
metafora, e accogliamo chi vuole occuparsi della vita vera delle
persone”


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