“L’Ufficio di Presidenza della Commissione Antimafia ha lasciato cadere, auspichiamo sine die, la proposta di alcune forze di maggioranza di audire alcuni indagati nell’inchiesta di Perugia sugli accessi abusivi alle banche dati. Il sottufficiale della Guardia di Finanza Striano e il dottor Laudati sono due indagati sui quali pende anche il giudizio del Tribunale del Riesame circa la richiesta di misure cautelari da parte della Procura di Perugia. Il dott. Laudati ha ritenuto di avvalersi della facoltà di non rispondere ai magistrati, inviando contemporaneamente in giro memorie difensive. La sua audizione in Commissione Antimafia sarebbe non solo una sovrapposizione con il lavoro degli Uffici Giudiziari (con i quali è fisiologico cooperare nei diversi ruoli) ma un vero e proprio contrasto, con il rischio di favorire improprie casse di risonanza magari dannose alle indagini. Avere accolto invece la proposta di audire il dottor Giovanni Russo e lo stesso Procuratore Cantone per illustrare questa nuova fase dell’inchiesta è stata una decisione corretta. Tutti abbiamo interesse a contribuire ad accendere fari su questa gravissima vicenda, cercare di capirne ratio e committenti in un ginepraio di accessi abusivi a personaggi di diversissimi ambienti. Ma dobbiamo farlo evitando che la Commissione Antimafia diventi un palcoscenico improprio o uno strumento di lotta politica, tentazione purtroppo sempre presente. Sarebbe la sua delegittimazione”. Lo dice il senatore Walter Verini, Capogruppo Pd in Commissione Antimafia.


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