“Il Codice che la Commissione Antimafia si diede a suo tempo per disciplinare la formazione delle liste e delle candidature per le elezioni è certamente uno strumento importante, come deterrenza per evitare candidature di persone coinvolte in procedimenti legati a reati contro la pubblica amministrazione, associativi, o di altra grave natura. È uno strumento che tuttavia presenta limiti ( sui tempi, per esempio) e automatismi che a volte determinano ingiustizie.
È il caso, per esempio, di Antonio Mazzeo, persona perbene, candidato alle Europee per il PD. Mazzeo è stato inserito in questa lista, sulla base di un rinvio a giudizio non per attività di interesse personale, ma per una indagine legata alla chiusura del giornale L’Unità del cui CDA nel 2012 fu chiamato a far parte per soli sei mesi. Confidiamo che Mazzeo potrà uscire a testa alta quando ci sarà il giudizio.
Ma intanto sappiamo che la sua integrità non potrà essere messa in discussione da questa vicenda. Come dicevo, il Codice è un deterrente. Però da tempo si riflette su come renderlo davvero incisivo e più duro per i reati associativi e di effettiva gravità, come strumento di prevenzione e contrasto, senza automatismi che, come in questo caso, possono provocare ingiustizie e comprensibili amarezze, perché la storia di Mazzeo lo ha sempre collocato dalla parte della legalità”. Così il senatore Walter Verini, Capigruppo PD in Commissione Antimafia.